CONTE NON CONVINTO DI CANDIDARSI ALLE ELEZIONI

Lasciato di fatto “solo” dopo lo strappo che ha causato la fine del Governo Draghi, Giuseppe Conte prova a tirare le “somme” del suo M5s, in calo nei sondaggi e verso l’ipotesi sempre più concreta della corsa in solitaria alle prossime Elezioni 2022. Il tutto però senza avere neanche la certezza di volersi cimentare fino in fondo con la prova del voto: «Non ho ancora deciso se mi candiderò», annuncia stamane ad “Agorà Estate” su Rai3 il Presidente del M5s, «non siamo ancora arrivati al momento della redazione delle liste». Dopo il braccio di ferro (vinto da Grillo) sul vincolo dei 2 mandati da eletti, ieri il nuovo accordo siglato tra il Garante e il leader 5Stelle è andato sul fronte Parlamentarie online che si terranno nelle prossime settimane per definire i nuovi candidati a Senato e Camera.



«Abbiamo delle sorprese ma non le anticipo, le renderemo note quando la campagna elettorale sarà entrata nel vivo. Sicuramente ci saranno delle personalità di grande prestigio e competenza che ci daranno una mano», sottolinea Conte prima di scagliarsi contro il Centrosinistra e quel “campo largo” che fino a qualche tempo fa contemplava il M5s e oggi vede invece i suoi più acerrimi nemici, da Calenda a Luigi Di Maio e gli ex Forza Italia. «Finalmente è finita la telenovela Letta-Calenda: in bocca al lupo alla nuova ammucchiata che va dalla Gelmini dei tagli alla scuola al Pd, passando per Calenda, che non ha mai messo il naso fuori da una Ztl», attacca Conte confidandosi con i suoi, riportato dal “Corriere della Sera”. Conte fa trasparire un certo nervosismo quando sottolinea come il Pd li abbia «umiliati», in quanto «È un’alleanza elettorale, i cittadini si sentiranno presi in giro. Salario minimo legale, lotta all’inquinamento e alla precarietà giovanile saranno fuori dalla loro agenda – aggiunge l’ex premier -. Nessun problema, ce ne occuperemo noi».



“OK A PARLAMENTARIE M5S. E SU DI BATTISTA…”: L’INTERVISTA A GIUSEPPE CONTE

Ieri sera a “In Onda” su La7 aveva espresso un giudizio simile in merito all’appena concluso accordo tra Azione, +Europa e Partito Democratico: «Più che un’alleanza quella di Calenda e Letta è un cartello elettorale. Mi sembra difficile che da questo accordo nasca una proposta politica da offrire ai cittadini. Dalla patrimoniale alla transizione ecologica, sono in disaccordo su tutti i temi». Tornando invece all’intervista ad “Agorà Estate”, il leader 5Stelle ha ribadito l’imminente convocazione delle Parlamentarie M5s nelle quali potrebbe anche esserci il nome di Alessandro Di Battista, fuori dal Movimento dopo l’adesione al Governo Draghi nel febbraio 2021: «Tutti mi chiedono di Alessandro Di Battista, una persona seria e generosa che ha dato un grande contributo alla vittoria del M5s nel 2018. Sul suo rientro nel M5s ne discuteremo, ora c’è un nuovo percorso. Ci confronteremo in modo leale e sincero», confessa Conte, un gesto che sa molto di più che un’apertura.



In merito alle Parlamentarie, l’ex avvocato del popolo sottolinea come sia un passaggio significativo «che rientra nei nostri criteri di democrazia diretta e partecipata per dare agli iscritti la possibilità potersi esprimere anche sulla scelta dei candidati». Con il Centrodestra compatto e con il Pd andato con Calenda-Bonino, Giuseppe Conte sul tema alleanze si trova comunque “spaesato”: «Il dialogo con Renzi è un poco complicato, lo abbiamo già sperimentato. lo lasceremo solo alle sue iniziative». Già più possibile un’interlocuzione con Sinistra Italiana ed Europa Verde, che a loro volta spingono perché il Pd riprenda contatti con i grillini: secondo Conte, «Con le persone serie che vogliono condividere l’agenda sociale con noi c’è sempre la possibilità di farlo». A chi gli chiede se possa divenire nel tempo il “Melenchon italiano”, Conte specifica «Io non ho la pretesa di essere la sinistra, il Melenchon italiano. Io sono l’ultimo arrivato, ma noi siamo quelli della transizione ecologica della prima ora, pacifisti, vocati a realizzare la giustizia sociale». «Io», conclude Conte, «sono per formazione un cattolico democratico e il nostro è un progetto riformatore del Paese».