L’incubo della patrimoniale sull’Italia nelle parole di Giuseppe Conte: le reazioni ad un passaggio della conferenza stampa del presidente del Consiglio, oltre allo scontro tra le Regioni poi risolto con un accordo quando già si profilava l’alba, hanno provocato un’ondata di paura e reazioni via social. L’oggetto della discussione sta nel passaggio in cui il premier ha detto che “siamo tutti consapevoli che in Italia c’è un grande risparmio privato, e sicuramente questa è una delle ragioni di forza della nostra economica. Ci sono tanti progetti, vedremo a tempo debito”. Il problema è che poi Conte non ha approfondito l’argomento, e dunque sono nate le reazioni: in tanti hanno affidato il loro pensiero ai social network, convinti o anche solo spaventati dal fatto che la frase del premier nasconda l’idea della tassa sul patrimonio. “Ecco che inizia a gettare le base per una patrimoniale” ha scritto un utente.



Altri sono stati più diretti: “Non ti azzardare a mettere le mani nei nostri conti correnti si legge per esempio. Insomma: le parole di Conte sono state solo “leggere”, fraintese o davvero sottintendono la possibilità che il Governo apra alla patrimoniale? La mancanza di spiegazioni ha indispettito parecchie persone, che hanno voluto ricordare al presidente del Consiglio che “bisogna dar peso alle parole e, nonostante molti magari non le percepiscono come tali, queste sono affermazioni pesanti. Da qui sono dunque nati anche degli appelli via social, del tipo: attenzione alle prossime mosse del Governo. A Conte, riprendendo il commento appena sopra, viene rimproverato il fatto di aver lasciato quasi tra le righe un discorso che invece potrebbe essere di grande importanza, e dunque ora gli italiani temono che questo significhi che davvero qualcosa in ballo c’è.



Va ricordato che Conte aveva escluso il ricorso alla patrimoniale – come dice Il Giornale – già all’inizio del mese di maggio, ma le sue parole nell’ultima conferenza stampa hanno rigenerato un sentimento di paura, e in molti si sono ricordati della proposta della Covid tax da parte del Pd: un contributo di solidarietà deducibile e che si applicherebbe nel 2020 e 2021, comportando un esborso tra i 110 euro e i 54 mila euro l’anno. L’emendamento, dal titolo, “Proposta contributo di solidarietà per redditi Irpef superiori a 80000 euro lordi annui”, era stato presentato alla Camera; il timore è che da questa proposta si possa effettivamente arrivare ad una patrimoniale, dunque ora è probabile che Conte sia costretto a fornire spiegazioni in merito alle sue parole.

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