L’asse Giuseppe Conte-Nicola Zingaretti sembra essere nulla a confronto di cosa è stato fin dalla caduta del Governo gialloverde i rapporti “epistolari” tra l’ex Presidente Dem e Premier Romano Prodi con il prossimo leader M5s. Lo scoop lo fa il Foglio con Simone Canettieri che propone una serie di “intercettazioni” delle telefonate che sarebbero intercorse tra l’Avvocato del Popolo e il Professore negli scorsi mesi, interessante specie nei giorni in cui si decidono forse le sorti della prossima alleanza in seno al Centrosinistra: un Pd con Letta alla guida diverrebbe certamente più autorevole anche in campo europeo e potrebbe trarre l’asse necessario con il “nuovo” M5s di Conte per ravvivare una alleanza che l’ala renziana ancora interna al Partito Democratico vorrebbe immediatamente bloccare.
«D’altronde, ormai dal Pd mi chiamano in pochi», avrebbe scherzato Prodi al telefono con Conte. Secondo il Foglio, l’asse Roma-Bologna è più caldo che mai e si ragiona ormai da tempo insieme per il futuro tanto del M5s, quanto inevitabilmente del Centrosinistra. «Conte si è connesso sulla lunghezza d’onda di Prodi nel settembre del 2019, quando cambiò maggioranza di governo, lasciando la Lega per abbracciare il Pd. Da quel momento il rapporto è diventato “denso”, ma “segreto”. Con scambi frequenti di vedute sulla politica interna ed estera, passando ovviamente per l’economia», spiega ancora lo scoop del Foglio.
L’ASSE CONTE-PRODI A COSA PORTERÀ?
Molto più che Zingaretti o Bettini, Franceschini o lo stesso Enrico Letta – almeno per il momento, per il futuro chissà – lo sparring partner preferito per Prodi resta Giuseppe Conte e su di lui vorrebbe puntare tutto per il futuro del Centrosinistra dopo l’esperienza del Governo Draghi: consigli su come affrontare il “nodo” Rousseau interno al Movimento – è di ieri il messaggio lasciato da Conte ai suoi fedelissimi secondo il retroscena fogliante, «Mi serve almeno tutto marzo, sto svolgendo una due diligence sul Movimento: dallo statuto alle cause pendenti, fino al rapporto con Davide. Quando partirò non voglio zavorre di alcun tipo».
Ma non solo M5s, l’asse Conte-Prodi guarda molto più in là: una volta che Letta prenderà pieno possesso del Partito Democratico in Assemblea Nazionale (oggi ha sciolto la riserva, «dico sì per amore della politica e passione per i valori» ha detto dal Nazareno l’ormai nuovo segretario Pd), Prodi potrà contare su due assi fondamentali per costruire l’alternativa al Centrodestra alle prossime Elezioni, tagliando fuori ogni “corrente renziana” rimasta all’interno dei Dem. Resta da capire cosa porterà in seguito questa “collaborazione”, se un “duopolio” (Conte candidato Premier, Letta gestore del Centrosinistra) o altro ancora: il futuro del resto è lontano ma non così tanto…