Martedì prossimo, 11 giugno, il Ministro dell’Economia Giovanni Tria alle ore 16 interverrà al Senato per rispondere alle vicende che riguardano l’economia e più in particolare alla procedura d’infrazione avviata dall’Unione Europea. Lo ha richiesto il Pd ufficialmente all’Aula e il titolare del Mef ha risposto presente con la convocazione martedì prossimo per spiegare, prima del Consiglio dei Ministri ancora non fissato ufficialmente, i conti e le misure che il Governo intende attuare per rispondere alle richieste di Bruxelles. Nel frattempo stamane, intervenendo all’assembla di Confcommercio, il Ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha spiegato quanto già stabilito da Conte «non ci sarà alcuna manovra correttiva. Quota 100 e reddito di cittadinanza non saranno ridimensionati. Né si taglieranno servizi sociali e pensioni». Per il leader M5s la polemica resta quella contro il Pd: nell’intervista a Radio Anch’io di primo mattino, Di Maio aveva sentenziato «Questa è una procedura di infrazione che inizia sul debito del 2018, quando ancora il reddito di cittadinanza e Quota 100 non c’erano. Nel 2018 vigeva la legge di bilancio di Gentiloni».



CONTE “QUOTA 100 E REDDITO DI CITTADINANZA RESTANO”

La roboante giornata di ieri sul fronte politico ha consegnato una Italia sempre più nel mirino della Commissione Ue e di tutti gli organismi economici europei che vedono nei conti pubblici e nel debito del nostro Paese un autentico rischio per l’intera Eurozona. Moscovici e Juncker hanno dunque avviato la procedura d’infrazione contro uno stato membro (la prima volta nella storia dell’Ue, ndr) se il Governo italiano non porrà freno alla crescita del debito e se non avvierà processi di riforme che possano portare nell’immediato risorse e tagli in più (leggasi, manovra correttiva). I toni pacati più del solito di Salvini ieri nella risposta sono passati inosservati per la dura replica di Di Maio e per la fermezza del Premier Conte in visita in Vietnam: proprio questi due stamani sono ancora i più “accaniti” e fermi oppositori alla revisione di Quota 100 e Reddito di Cittadinanza, come richiesto invece dalla Commissione Ue. Nel punto stampa da Hanoi stamani il Premier ha riconfermato che di manovra correttiva non se ne parla e che il taglio a Quota 100 e reddito di cittadinanza «non è assolutamente all’ordine del giorno». Ma quindi le risorse dove si dovranno trovare? «Lavoriamo con il Mef perché si prefigurano dei risparmi di spesa, visto che alcune somme erano state un po’ sovradimensionate».



GOVERNO REPLICA A COMMISSIONE UE

È stato intanto rinviato alla prossima settimana il primo Consiglio dei Ministri post-Elezioni Europee, con il Mef che dovrà lavorare per provare a presentare a tutto il Governo una ipotesi convincente sia a Lega che al M5s per tagliare senza “scomodare” le due misure bandiera del Contratto del Cambiamento. «Noi abbiamo in via prudenziale abbiamo accantonato delle somme che ragionevolmente con il monitoraggio in corso si stanno rivelando un po’ sovradimensionate ma il risparmio di spesa è diverso dal tagliare le misure. Le misure restano intatte e verranno applicate integralmente», sottolinea ancora Conte dopo che ieri già aveva fatto capire l’antifona alla Commissione Ue affermando «Dal monitoraggio dei conti pubblici, effettuato costantemente, emerge come si stia operando una sorta di autocorrezione naturale. Lo spiegheremo bene a Bruxelles: l’obiettivo programmato lo stiamo raggiungendo, i conti sono diversi da quelli prefigurati dall’Ue».



IL NODO DELLE TASSE

In una intervista radiofonica sempre stamattina, Di Maio ha usato toni più duri per contrapporsi a Moscovici e Dombrovskis: «L’Ue ci dice cosa fare, il governo italiano con educazione risponde di non essere disposto, ancora una volta, a tagliare i servizi ai cittadini». Non solo, per il leader M5s «I parametri non devono essere aboliti tutti, ma investimenti e le misure per abbassare il costo del lavoro non devono essere toccati». Salvini a Mattino 5 continua sulla linea del taglio tasse, «Ora disoccupazione al 10%. Fino a che l’Italia non raggiunge un tasso di disoccupazione in linea con la media europea (6%) deve poter investire ed abbassare le tasse»: è proprio Dombrovksis, vice Presidente Commissione Ue, che replica a distanza alla Lega «Flat Tax? Potrebbe costare molto e in tal caso avrebbe un alto impatto peggiorativo sul bilancio con ulteriori conseguenze negative sulla fiducia, sulla tenuta dei conti e sulla crescita».