Nel lungo discorso al Senato e alla Camera, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha aperto a promesse per un nuovo piano programmatico (in vista del Conte-ter) che porti a scongiurare la crisi di Governo e finire la Legislatura: «L’esperienza della pandemia impone un’attenta riflessione, pacata, meditata riflessione riguardante la revisione del Titolo V della Parte II della Costituzione», sottolinea il Premier nei diversi punti programmatici posti all’attenzione dei “volenterosi-responsabili-costruttori”. Una riforma sul regolamento tra Stato e Regioni che al termine della lunga stagione pandemica possa rivoluzionare sui diversi campi – in primis la sanità – “contesi” tra gli enti locali e lo Stato centrale.



«Lavoriamo tutti insieme, meditiamo insieme, sull’attuale riparto delle competenze legislative di Stato e Regioni, come pure lavoriamo tutti insieme per l’individuazione di meccanismi e istituti che consentano di coordinare più efficacemente il rapporto tra i diversi livelli di governo», ha continuato Conte dagli scranni del Senato, non senza qualche fischio dai banchi del Centrodestra.



IL PROGETTO DI CONTE: ‘MANO TESA’ A RENZI?

Lo scontro negli ultimi mesi tra Regioni e Governo si sono consumate sui diversi Dpcm e le restrizioni attuate, con gli stessi partiti di maggioranza che da tempo richiedono un’accelerata più “statalista” contro le mire autonomiste di molte Regioni governate dal Centrodestra. Per Conte «L’interesse nazionale è più che mai connesso, nel solco della nostra migliore tradizione storica e costituzionale, a un sistema che valorizzi, nel quadro dell’unità della Repubblica, le specifiche esigenze economiche e sociali delle diverse realtà territoriali».



Solo però nelle ultime ore, sul tema scuola, si è consumato l’ultimo scontro tra Stato e Regioni: «c’è l’assoluta necessità di un chiarimento, anche di natura normativa, che risolva” la situazione “di incertezza che va a discapito in primo luogo di studenti, genitori e di chi nella scuola lavora», lamenta la Conferenza delle Regioni. Su scuola, tasse e piano vaccini gli altri punti “dolenti” nel rapporto tra territori e Governo centrale: così il piano che sembra prefigurarsi per Conte – “Più Stato, meno autonomie” – potrebbe anche avvicinarsi ad una “concessione” alle richieste incessanti di Matteo Renzi. «Il caos tra Regioni e Stato centrale dimostra una cosa semplice: il Titolo V della Costituzione così com’è NON funziona. Quattro anni fa – in quel famoso referendum – avevamo proposto di inserire la clausola di supremazia», attaccava lo scorso 6 novembre il leader di Italia Viva. Che Conte abbia tentato – indirettamente – una ricucitura per i renziani nelle prossime settimane?