Giuseppe Conte in prima fila contro il governo Meloni ma non solo. Intervistato dal Quotidiano Nazionale, il leader del Movimento 5 Stelle ha esordito parlando del Jobs Act, confermando il suo appoggio al referendum lanciato dalla Cgil: “Il Jobs Act è stato una sciagura per il nostro Paese. Non a caso già nel 2018, con il decreto legge Dignità, il M5S è intervenuto per ridurre la possibilità di rinnovo dei contratti a termine previsto da quella legge e tamponare la piaga della precarizzazione del lavoro”.



Il contrasto del lavoro precario è un’urgenza del suo Movimento, ha proseguito Conte, sottolineando che il governo non sta facendo nulla “per mettere le giovani coppie in condizione di immaginare un futuro senza farsi assalire da ansie e preoccupazioni”: “Accedere a un mutuo è diventato una chimera, mentre chi lo ha già preso si ritrova con rate impennate sino al +75%. Di sostegni a maternità e paternità non c’è traccia e sugli asili nido desta allarme la ricalibratura dei tempi per i bandi legati al Pnrr”.



Il punto di Conte

Nel corso dell’intervista, Conte ha rilanciato il suo appoggio all’introduzione del salario minimo legale, una priorità per i cittadini alle prese con il carovita: “In pieno agosto già circa 400mila cittadini hanno firmato a supporto della nostra proposta e continueremo la battaglia nel Paese: con i nuovi gruppi territoriali del M5S raccoglieremo ora sottoscrizioni in tutti i territori. Le persone hanno l’occasione di far sentire direttamente al governo la voce di chi è sottopagato, di chi lavora tutto il giorno e deve però scegliere se pagare la rata del mutuo o fare la spesa”. Netta la presa di posizione a difesa del Superbonus 110%, stigmatizzato senza mezzi termini del governo: “A parte le fandonie, i finti patrioti regalano al Paese una manovra lacrime-e-sangue, improntata all’austerità e senza un euro per gli investimenti. Il Paese rischia di ripiegarsi su se stesso. Le priorità sono dare ossigeno alle imprese rendendo strutturale e potenziando il taglio del cuneo fiscale, irrobustire le buste paga dei lavoratori con una legge sul salario minimo, salvaguardare e rilanciare gli investimenti in sanità e non lasciare nessuno indietro – ha concluso Conte – dopo che Meloni ha aperto una guerra senza quartiere contro i più fragili”.

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