Si esprime anche il Segretario Generale della Cgil sulla questione No Tav. In occasione dello sciopero dei trasporti a livello nazionale di oggi, mercoledì 24 luglio, è calzante l’intervento di Maurizio Landini, in occasione del presidio dei sindacati di fronte al Ministero dei Trasporti: Landini si è espresso in merito al sì, ma si è concentrato soprattutto sul nesso tra la costruzione della Tav e la situazione italiana dei trasporti, riportando ad un livello interno la questione: “finalmente hanno preso una decisione. Le grandi opere sono un elemento da sbloccare, ma non ci sono solo grandi opere in questo paese”. Landini prosegue spiegando l’importanza di interventi interni, a prescindere dalla Tav: “dobbiamo anche sviluppare un sistema dei trasporti ed infrastrutture serio“, ricordando che il Mezzogiorno e la linea Adriatica non hanno infrastrutture degne di questo nome. Poi, conclude: “fare la Tav non ci risolve il problema del polo logistico. (…) Non si può far finta che questi temi non esistano”. Infine, chiede un confronto per far valere le proposte della Cgil. (Agg. Paola Stigliano)
Prosegue la lotta dei No Tav: “arriveremo fino a Chiomonte”
«Noi sapremo sempre cosa fare, proseguendo la nostra lotta popolare per fermare quest’opera inutile ed imposta»: si fanno sentire i No Tav dopo il clamoroso dietrofront del premier Conte in merito all’opera Lione-Torino. Minacce, ultimatum e attacchi diretti alla Lega, ma soprattutto a Conte e M5s per aver cambiato la linea impostata per anni contro l’opera Alta Velocità tra Italia e Francia. «Porteremo migliaia di No Tav fino a Chiomonte. Avete gettato la maschera e messo fine alla manfrina del governo del cambiamento: solo scuse per tenere in piedi l’esecutivo» sono le accuse più forti lanciate da un lungo comunicato profuso dal Movimento No Tav della Val di Susa. Il cambio di fronte del Governo non è stato per nulla gradito e nei prossimi giorni sono previsti nuovi scontri e azioni intimidatorie davanti al cantiere di Chiomonte: «Dopo la diretta del Presidente Conte c’è finalmente chiarezza e come abbiamo sempre sostenuto: amici dalle parti del governo non ne abbiamo mai avuti. La manfrina di tutti questi mesi giunge alla parola fine e il cambiamento tanto promesso dal governo, getta anche l’ultima maschera, allineandosi a tutti i precedenti». Non solo, per i No Tav la convinzione è certa e granitica «siamo dalla parte del giusto, e dalla parte di quella maggioranza del Paese che dalla Torino Lione non trarrà nessun vantaggio, ma un danno economico e ambientale, che pagheremo tutti. Conte e il governo che presiede saranno gli ennesimi responsabili di questo scempio economico, politico ed ambientale».
LE REAZIONI DI LEGA E M5S AL “SÌ TAV” DEL PREMIER
Dopo la “giravolta” del Premier Conte sulla Tav, le reazioni del mondo politico sono diverse e molteplici con i 5Stelle che come previsto saltano sul piede di guerra per una delle loro battaglie che vede frantumarsi dopo anni di opposizione. «Ho ascoltato attentamente le parole del presidente Conte, che rispetto. E’ stato chiaro, ora è il Parlamento a doversi esprimere. Nel corso del tempo si sono succeduti nove governi, sono passati – ripeto – quasi 30 anni. Parliamo di un’era oramai remota, eppure qualcuno, adesso, vorrebbe farci credere che la priorità del Paese sia questa. Media, giornali, apparati, tutto il sistema schierato a favore. Non noi. Non il MoVimento 5 Stelle. Per noi la Torino-Lione era e resta un’opera dannosa», ha piegato sui social Di Maio dopo il discorso del Premier che ha cambiato del tutto le carte in tavolo in merito alle richieste di Lega e M5s. L’impressione è che l’accordo sia giunto anche se non soprattutto per far decadere l’ipotesi di elezioni anticipate per una crisi di Governo che sembrava alle porte: Salvini da par suo commenta «La Tav si farà, come giusto e come sempre chiesto dalla Lega. Peccato per il tempo perso, adesso di corsa a sbloccare tutti gli altri cantieri fermi». Ira della base M5s che non accetta il verdetto del Governo: «Deciderà il Parlamento, non c’è nessuna giravolta. Non abbiamo i numeri per fermare il Tav? Vedremo», spiega il Ministro Fraccaro mentre a fianco Paola Taverna attacca «la Tav? No tutta la vita, opera inutile». Ancora più dura è la consigliera regionale del Piemonte, Francesca Frediani, No Tav della prima ora e grillina «Un governo di cui fa parte il M5s dà l’ok alla Tav? Inaccettabile. Il #tuttiacasa stavolta sarebbe per voi». Il senatore Ariola, che negli scorsi giorni aveva “compreso” le ire dei No Tav negli attacchi al cantiere di Chiomonte, commenta «sono affranto, Una battaglia che facciamo da anni, non deve finire così. Ora stiamo a vedere come proseguono le cose ma di fatto dal discorso di Conte il Tav si farà. Non avete idea di quante mail gli ho scritto dopo averlo incontrato e spiegato che potevamo sospendere tutto».
PREMIER “NON FARE LA TAV COSTEREBBE DI PIÙ”
E all’improvviso (neanche tanto, visto che era stato ampiamente anticipato da diversi organi di stampa) il Premier Giuseppe Conte diventa Sì Tav: con un breve video postato poco fa da Palazzo Chigi, il Presidente cambia idea rispetto a diversi mesi fa e sposta la linea del Governo più sul lato Lega lasciando nell’imbarazzo il Movimento 5 Stelle che sul No Tav aveva puntato moltissimo della propria linea sulle Grandi Opere. Da più parti si inseguono i “tam tam” sulle dimissioni di Toninelli visto che la lettera che venerdì il Governo italiano dovrà inviare all’Inea – l’Agenzia esecutiva per l’innovazione e le reti della Commissione Europea – dovrà avere la firma del Premier ma anche del Ministro delle Infrastrutture e dopo il “Sì Tav” di Conte la situazione potrebbe essere “traballante” per il titolare del Mit. «Rappresento un governo appoggiato da due forze politiche che sul punto la pensano in maniera opposta. In gioco ci sono tanti soldi, che sono vostri, e vanno gestiti con la massima attenzione. Vanno gestiti come farebbe un buon padre di famiglia», spiega il Presidente del Consiglio su Facebook dopo mesi di discussioni e mezze crisi di Governo. Salvini pochi giorni fa aveva chiesto i Sì su Tav e Autonomia e al momento, come confermato da Conte, entrambe le linee sembrano andare verso lo scenario previsto dalla Lega: «Nel frattempo sono pervenuti dei fatti nuovi, elementi da tener conto nella risposta che dobbiamo dare all’Europa entro venerdì. L’Ue si è detta disponibile ad aumentare lo stanziamento dal 40% al 55%, questo ridurrebbe i costi” per l’Italia».
CONTE DIVENTA SÌ TAV, SALVINI ‘BATTE’ IL M5S
Il Governo si appresta dunque a confermare i finanziamenti europei e fare partire, definitivamente, i lavori per l’Alta Velocità Lione-Torino al netto degli scontri tra No Tav e autorità italiane presso il cantiere di Chiomonte. «Non realizzare il Tav costa più che completarlo», spiega Conte illustrando il suo “cambio” di strategia, «la decisione di non realizzare l’opera ci esporrebbe a tutti i costi derivanti dalla rottura dell’accordo con la Francia. A queste condizioni solo il Parlamento potrebbe adottare una decisione unilaterale” per fermare il progetto», visto che la ratifica di questo accordo sulla Tav è già stata operata dal Parlamento per volontà dei Governo Renzi e Gentiloni. «Ne consegue che, se volessimo bloccare l’opera, e se fosse possibile intraprendere un progetto alternativo, non potremmo farlo con la Francia. Non potremmo confidare, come si dice in questi casi, in un mutuo dissenso», ha concluso il Premier in un video che certamente cambierà e non poco il peso interno alla maggioranza con Salvini che “fiuta la vittoria” contro i 5Stelle, con la base ortodossa ora sul piede di guerra. Il senatore Airola, No Tav della prima ora, si è già detto pronto a lasciare il Governo mentre Toninelli nelle prossime ore dovrà decidere in merito alla sua posizione: dopo la commissione Costi-Benefici che ha espresso il profondo dissenso alla Tav, ora l’intervento del Premier Conte cambia tutto e mette in “imbarazzo” il Ministro del Mit. Il tutto alla vigilia del report in Senato del Premier sul caso Russiagate, con relativo intervento successivo del Ministro Salvini: dopo il via libera sulla Tav e dopo l’annuncio che settimana prossima «si è aperta una finestra di dialogo possibile che porterà alla conclusione della bozza sull’Autonomia differenziata in Consiglio dei Ministri», la crisi di Governo lato Lega sembra del tutto cancellata. Resta il caos però in casa M5s con Di Maio che ora dovrà cercare di replicare alla parte No Tav che non accetterà il cambio di strategia.