Conte ha chiesto ai Sindacati, al termine dell’incontro, una forte coesione per cercare di superare le difficoltà che da qui ai prossimi mesi l’economia italiana dovrà affrontare, col mondo del lavoro piegato dalla crisi: “Per fa ripartire davvero il Paese abbiamo bisogno di unPatto sociale‘ per coniugare modernità e equità” ha spiegato il Premer, “è prezioso l’avvio di un tavolo progettuale con le parti sociali“. Riferendosi al decreto economico in cantiere per maggio Conte avrebbe prospettato un “intervento cospicuo, certo non la panacea di tutte le conseguenze negative che stiamo vivendo. Stiamo facendo il possibile per limitare i danni, ci dobbiamo rimboccare le maniche, avremo una brusca caduta del Pil“, ha sottolineato, mettendo in evidenza come la flessione fisiologica dei prossimi mesi non dovrà far venire meno la fiducia, ma dovrà invece essere il parametro sul quale misurare gli interventi per agevolare la ripresa il più possibile. (agg. di Fabio Belli)



CONTE AI SINDACATI: “DECRETO MAGGIO LIMITERA’ I DANNI”

«Decreto Maggio sarà un intervento cospicuo ma non sarà una panacea di tutti i danni, li limiterà», così il Premier Conte si è rivolto ai sindacati nella video conferenza terminata poco prima delle 20 a Palazzo Chigi con le sigle di lavoratori e imprese che sono stati informati in merito alle misure del nuovo Decreto economico in arrivo nel prossimo CdM. «Ci dobbiamo rimboccare le maniche, avremo una brusca caduta del Pil. Lavoreremo per non lasciare nessuno indietro», ha spiegato ancora Conte ai leader di Cgil, Cisl e Uil (collegati i segretari Landini, Furlan, Barbagallo, presente al vertice anche il sottosegretario Fraccaro, in videocollegamento i ministri Gualtieri, Patuanelli, Catalfo).



In merito all’emergenza sempre crescente sanitaria, economica e sociale, Conte ha spiegato «la previsione al ribasso del Pil è del -8% ma si potrebbe contrarre ulteriormente», e per questo che stanno passando ancora dei giorni rispetto al piano sul Decreto Aprile, poi divenuto Dl Maggio per l’appunto. «Stiamo scrivendo un capitolo importante di questa dura prova – ha detto ancora il premier Conte ai sindacati e ai rappresentanti delle imprese -, quello legato alle misure economiche. È un piano cospicuo, dobbiamo essere efficaci per sostenere famiglie, lavoratori e imprese. Ci aspetta una fase difficile e dobbiamo tutti rimboccarci le maniche. Non vogliamo lasciare indietro nessuno e siamo al lavoro per preservare i livelli occupazionali».



Viene confermato all’Ansa quanto rilanciato dalla task force della Ministra Pisano negli scorsi giorni, ovvero che nel nuovo Decreto Maggio la titolare del Lavoro Nunzia Catalfo proporrà «una misura con la quale, temporaneamente, i contratti collettivi aziendali e territoriali potranno prevedere una rimodulazione, quindi una riduzione, dell’orario di lavoro». Sempre secondo fonti di Governo, i contratti stipulati con le organizzazioni sindacali più rappresentative «possono convertire quota parte delle ore in percorsi di formazione finanziati da un apposito fondo presso il ministero. Non è prevista una riduzione dei salari».

PROPOSTA TASK FORCE: “MENO LAVORO, STESSO SALARIO”

Mentre il Decreto Maggio vive ore di stallo per le distanze ancora manifestate nel pomeriggio su ricapitalizzazioni alle imprese e Reddito d’Emergenza, è in corso il vertice tra il Premier Conte, i sindacati e i rappresentanti delle imprese nei vari settori produttivi. Un primo appello è stato lanciato dall’edilizia e presentato sul tavolo del Governo: «Chiediamo – affermano le parti sociali – di non lasciare soli i lavoratori e gli imprenditori dando indicazione a tutte le stazioni appaltanti pubbliche, come anche previsto dal Codice degli appalti, e a tutti i committenti privati di adeguare immediatamente i contratti di appalto in essere e prevedere costi per la sicurezza adeguati per i bandi e i contratti futuri e in via di assegnazione».

La nota di Ance, Alleanza delle cooperative, Anaepa Confartigianato, Cna Costruzioni, Casartigiani, Confapi Aniem, Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil chiede di pagare subito i debiti arretrati, anticipare il più possibile i pagamenti, «assicurando il saldo anche in anticipo dei prossimi Sal, riconoscendo i maggiori costi per la sicurezza e la tutela della salute e aggiornando gli importi in virtù di una produzione che, per rispettare le disposizioni stesse, non potrà che avere tempi di lavorazione e consegna più lunghi».

Nel frattempo è sul tavolo del vertice anche la proposta della task force del Ministero per l’Innovazione in merito agli orari di lavoro: «la riduzione dell’orario del lavoro con turni: a salario invariato con un contributo dello Stato». Stando alla relazione degli esperti riportata dall’Ansa, «questa soluzione costerebbe allo Stato meno della Cig a zero ore». Il documento è datato 14 aprile ma è emerso solo negli ultimi giorni nel tentativo di trovare una soluzione alla necessaria ripresa economica ma anche alla garanzia di un non-ondata di contagio coronavirus nelle prossime settimane.

VERTICE CONTE-SINDACATI-IMPRESE

Alle ore 18 il Premier Giuseppe Conte ha in agenda un vertice con imprese e sindacati sul nuovo Decreto Maggio (l’ex Dl Aprile slittato per problemi su fondi e tempistiche di attuazione), mentre domani mattina è confermato il tavolo – sempre in videoconferenza – con la Confindustria di Bonomi che negli ultimi giorni ha criticato pesantemente l’azione del Governo per la fase 2 economica. Al centro dell’incontro di oggi ovviamente le risorse e le regole che l’esecutivo intende adottare nel nuovo Decreto economico, con capitolo sicuramente caldissimo su ammortizzatori sociali e aiuti da destinare a imprese e lavoratori appena “entrati” nella fase 2 del coronavirus. Il piano da 55 miliardi di euro (80 complessivi con anche i 25 del Cura Italia già stanziati a marzo-aprile) tarda ad arrivare e dopo gli scontri nelle ultime 48 ore nei vertici di Governo tra Pd-Italia Viva e Movimento 5 Stelle, si cerca di trovare una “quadra” in vista di un probabile Consiglio dei Ministri tra domani e giovedì. «Gli italiani hanno mostrato, complessivamente, un grande senso di responsabilità. Nella reazione dei cittadini ho colto grande voglia di ripartire, ma anche consapevolezza che bisogna farlo nel rispetto delle regole» ha spiegato nell’intervista ad Affari Italiani il Premier Conte in merito alle nuove sfide che il Governo deve affrontare nelle prossime settimane, rese più complicate proprio dalla distanza esistenza ancora tra i diversi partiti di maggioranza.

CAOS DECRETO MAGGIO: L’ATTACCO DI ITALIA VIVA

Secondo l’Agenzia Ansa dopo il vertice di governo di ieri sera si stanno limando ancora le misure da inserire nel Decreto Maggio, in special modo sui trasferimenti a fondo perduto: tanto il Reddito di Emergenza, quanto la liquidità alle imprese è ancora allo studio dei tecnici per presentare un quadro soddisfacente al Ministero dell’Economia e poi al prossimo CdM. Con sindacati, parti sociali, imprese e domani Confindustria si tenta l’ultima verifica prima di poter approdare al varo effettivo del Decreto atteso ormai da più di un mese: sono destinati a salire a 3 miliardi i fondi per la sanità presenti nell’ex Dl aprile ma secondo la Ministra per le Pari Opportunità e Famiglia Elena Bonetti, tali misure sono insufficienti per rispondere alle reali esigenze degli italiani. In durissimo intervento a “Fatti e Misfatti” su Tg Com24, l’esponente di Italia Viva punta dritto alla gestione Conte-Gualtieri del Dl Maggio sottolineando tutte le mancanze: «Le risorse che saranno stanziate dal prossimo decreto le ritengo del tutto insufficienti per rispondere alle reali esigenze delle famiglie. La mia richiesta non è stata accolta, non sono stati stanziati sufficienti soldi».

La Bonetti ha spiegato poi che in proposta vi era un assegno per ogni figlio da destinare durante l’emergenza coronavirus, oltre al rinnovo del congedo parentale fino al 30 settembre 2020 e al raddoppio del bonus baby sitter: «non è stato accolto dalla maggioranza. Avevo chiesto risorse adeguate per i congedi parentali e i voucher baby-sitter da estendere però per un maggior utilizzo per i servizi educativi. Credo sia un errore, in questo momento le famiglie italiane necessitano davvero di investimenti. Da esponente del Governo devo accettare fatiche e battaglie perse, anche se giuste». E sempre ai microfoni di Paolo Liguori, la renziana in CdM (assieme a Teresa Bellanova, ndr) lancia altre anticipazioni sul Decreto: «Ci saranno delle risorse, non tante, per costruire una rete di servizi educativi, cioè attività come i centri estivi in aiuto per le famiglie e sono convinta che queste risorse sapranno attivare quella comunità educante che non è presente solo nella scuola ma anche fuori e che comprende il terzo settore, le comunità locali, il volontariato, il mondo dello sport. Non lasceremo sole le famiglie».