GIUSEPPE CONTE: “QUALCUNO VUOLE IL M5S FUORI DAL GOVERNO”

«Inizio ad avere dubbi che ci sia qualcuno che voglia spingere il Movimento fuori dal governo»: lo ha detto Giuseppe Conte durante la presentazione della scuola politica del M5s. Per il Presidente del Movimento, queste ultime settimane hanno visto più volte l’opposizione alla maggioranza di Governo, sfociata nel non voto sul Decreto Aiuti in CdM lo scorso lunedì 2 maggio.



Dall’inceneritore di Roma al Superbonus, dall’invio di armi alla gestione della crisi Ucraina-Russia: l’ex Premier Conte contesta apertamente il suo successore, così come stamattina «Dicono spesso che vogliamo far cadere il governo. Io comincio a pensare che qualcuno voglia spingerci fuori dall’esecutivo. Se questa fosse l’intenzione ce lo dicano chiaramente. Chiedo rispetto per gli 11 milioni di cittadini che hanno votato il Movimento». In merito alla richiesta di udire il Presidente Draghi in Parlamento sull’invio di armi e aiuti all’Ucraina, Conte conferma al 100% la mossa del Movimento: «Ieri il capogruppo alla Camera Davide Crippa ha formalizzato la richiesta. Mi pare abbiano aderito anche altre forze politiche ed è stata accolta anche nel dibattito pubblico». Secondo Conte, è giusto che «in una democrazia parlamentare il presidente del Consiglio venga a spiegare qual è la posizione dell’Italia, in quale direzione il paese si sta muovendo».



INCENERITORE, SUPERBONUS, ARMI: LE FRECCIATE DI CONTE A DRAGHI

La tensione nel Governo Draghi è palpabile e non sembra più la Lega la “candidata” n. 1 a strappare in Parlamento: i grillini non hanno votato il Decreto Aiuti per la presenza al suo interno di una norma sull’inceneritore di rifiuti a Roma. Nel merito, Conte oggi alla scuola di formazione politica M5s afferma «È una norma che non può assolutamente coniugarsi alla fiducia. Non può neppure lontanamente calare il concetto di fiducia».

Nell’intervista di ieri a “L’Aria che Tira” il Presidente M5s aveva ribadito la sua ferma posizione “anti-Draghi” (e anti-Ue) in merito al riarmo dell’Ucraina: «È bene che il Premier in persona venga in Parlamento per spiegare quale indirizzo politico stia scegliendo. Siamo il falco che pensa di sconfiggere la Russia? Lo dica apertamente. L’alleanza euro-atlantica non va messa in discussione, ma non seguiamo chi è mainstream». Conte non sembra gradire però non solo la posizione di Draghi ma nemmeno quella dell’alleato (in teoria) nel Centrosinistra, ovvero il Partito Democratico: «Dobbiamo parlarci e capire quale sia l’orientamento: chi vuole lavorare con noi deve sapere che ci sono principi non negoziabili. Sul riarmo ha avuto un chiarimento tardivo, nel Conte II aveva sposato la transizione ecologica poi ci propone gli inceneritori. Noi non stiamo cambiando strategia. Chi lavora con noi deve chiarire quelle posizioni». Ad acuire la distanza tra Giuseppe Conte e Mario Draghi – cui potrebbero a questo punto riferirsi quelle parole sul “qualcuno non ci vuole” al Governo – ci ha pensato poi il tema del Superbonus 110%: nel suo intervento all’Europarlamento lo scorso 3 maggio, il Premier Draghi ha spiegato all’Europa come «Il nostro governo è nato come governo ecologico, fa del clima e della transizione digitale i suoi pilastri più importanti. Ma non siamo d’accordo su tutto, sul Superbonus 110% non lo siamo, perché il costo di efficientamento è più che triplicato e il prezzo degli investimenti per attuare le ristrutturazioni sono triplicati, perché toglie la trattativa sul prezzo». Conte non ha parlato direttamente sul fronte Superbonus ma per lui sono intervenuti i senatori M5s che definiscono come «irricevibile» l’attacco di Draghi da Strasburgo: «Ci lascia abbastanza perplessi l’irricevibile perentorietà con cui il premier Draghi si è scagliato contro il Superbonus al 110%. E’ stata gettata una volta per tutte la maschera: forse alla base dei continui paletti normativi e della ossessiva smania dell’esecutivo di voler limitare la circolazione dei crediti fiscali, c’è proprio questa insofferenza del presidente del Consiglio nei confronti del provvedimento», denunciando in una nota i senatori M5s in commissione Industria-Commercio-Turismo, Gianni Girotto, Cristiano Anastasi, Marco Croatti, Gabriele Lanzi e Sergio Vaccaro. L’ex Ministro Riccardo Fraccaro, ideatore della misura sul Superbonus 110%, sentenzia: «Vorrei ricordare al nostro presidente del consiglio che il Superbonus è espressione della volontà parlamentare di tutte le forze politiche, e per questo, anche se il suo giudizio personale è negativo, non può boicottare una misura che peraltro in più occasioni ha ricevuto lodi dalla stessa Unione Europea».