«Draghi prenda una posizione netta e chiara sul Reddito di Cittadinanza: il M5s difende i più poveri e deboli, altri non so…»: parla così l’ex Avvocato del Popolo su Facebook dando un messaggio tutt’altro che “minimo” al Presidente del Consiglio. Le ultime 24 ore sull’asse Giuseppe Conte e Mario Draghi sono state tutt’altro che “tranquille”: ieri il primo vertice tra i due leader, dopo la “soluzione” pacifica della vicenda interna al M5s. Le discussioni sulla riforma della giustizia e i temi economico-sanitari, con tanto di conferenza stampa “improvvisata” fuori da Palazzo Chigi: poi arriviamo a questa mattina, dove in Commissione Giustizia vengono presentati qualcosa come 1000 emendamenti dai soli deputati M5s per modificare l’impianto della Riforma Cartabia.



E infine, il post social dove Conte lancia un messaggio preciso a Palazzo Chigi: il Movimento non è disposto a fare sconti sul Reddito di Cittadinanza, provvedimento “bandiera” fin dalle origini dei pentastellati. Per chi come Conte si appresta a divenire il leader con diversi “cambiamenti” rispetto al passato, puntare dritto sul RdC significa porsi come una sorta di “garanzia” assicurativa sulla battaglia ottenuta da Di Maio e Di Battista a suo tempo. E così si arriva al messaggio che diversi retroscena (in primis “Dagospia”) danno come un avviso di “scambio” al Premier Draghi: sì alla riforma della giustizia, ma blindatura del Reddito di Cittadinanza. Conte non lo dice apertamente, ovvio, ma traspare dalla durezza del suo intervento: «ho sollecitato il Presidente Draghi a prendere una posizione chiara e ferma in merito a un dibattito “inquinato” che si trascina da giorni». L’ex Premier si scaglia, sempre senza citarli, contro Renzi (che ha annunciato un nuovo referendum nel 2022 contro il RdC), Salvini e Meloni che continuano a ritenere il Reddito di Cittadinanza una misura da cambiare tout court, se non proprio da abolire.



BORDATA CONTE A RENZI (E NON SOLO)

«Alcuni leader di partito hanno deciso di prendere di mira gli aiuti alle fasce più deboli e più esposte della popolazione. Non sorprendono le dichiarazioni di chi propone referendum per cancellare reddito e pensioni di cittadinanza per milioni di cittadini e famiglie in difficoltà economica. Quando, forti della propria esperienza di potere, si sottoscrivono contratti per centinaia di migliaia di euro con produttori compiacenti, il rischio di diventare insensibili ai bisogni dei più fragili è nelle cose. Dispiace anche il tono di chi parla di ‘metadone per i tossicodipendenti’ riferendosi al sostegno economico fornito con il Rdc dallo Stato a tanti italiani», scrive ancora Giuseppe Conte su Facebook. «Non fa onore alla nostra democrazia e ai nostri valori – prosegue il leader M5s – il fatto che forze politiche che si candidano a governare il Paese possano perdere la bussola del rispetto per le difficoltà dei cittadini»: il Movimento, annuncia Conte, lavora per migliorare il Reddito di cittadinanza e un suo più efficace collegamento con le politiche attive per trovare lavoro. «Ma giù le mani da uno strumento che – dati alla mano – ha inciso positivamente sui livelli di povertà, sulle disuguaglianze», conclude l’ex Presidente del Consiglio con riferimento indiretto ai partiti di Governo e a Palazzo Chigi, «Non consentiremo a nessuno di togliere gli ombrelli di protezione ai più deboli in mezzo a un diluvio. Abbiamo scelto di stare dalla parte di chi non ha voce, con buona pace per chi è pronto a raccogliere i fiati di chi ha potere economico ma non ha orecchi per chi non possiede nulla».