Inutile dire come l’inflazione si sia insinuata nell’economia e nella vita delle famiglie. Ci avevano detto che nel 2023 sarebbe iniziata a scendere, invece inaspettatamente ad aprile, secondo i dati Istat, sarebbe cresciuta all’8,3%, contro il 7,6% del mese precedente. Una situazione, questa, che da tempo si sta riflettendo sui rincari in ogni settore. E a risentirne sono anche i conti correnti. L’inflazione infatti sta erodendo voracemente le giacenze facendo perdere agli italiani, secondo quanto riporta Repubblica, la bellezza di 115 miliardi all’anno. Quanto conviene quindi ancora lasciare tutti i propri risparmi depositati sul conto corrente?
La risposta alla domanda è una sola: meglio investire. In questo momento puntare sugli investimenti giusti sicuramente non consentirà di far aumentare il proprio potere d’acquisto reale, però si potrebbe optare su alcuni che potrebbero perlomeno aiutare a minimizzare le perdite offrendo rendimenti nominali discreti.
Come scegliere i migliori investimenti contro l’inflazione
Il singolo risparmiatore non può combattere l’avanzare dell’inflazione. Potrà però cercare di tenere al riparo per quanto possibile i propri risparmi. E così anziché vedersi tassare di continuo quanto depositato sul conto corrente sarà più conveniente cominciare a diversificare negli investimenti e puntare a strumenti con scadenza a breve termine o a tasso variabile, e in titoli di Stato indicizzati all’inflazione.
Una buona soluzione potrebbe essere rappresentata, ad esempio, dai conti deposito, strumenti di risparmio che consentono di ‘parcheggiare’ il proprio denaro per un periodo di tempo e ottenere interessi (sebbene piuttosto bassi) allo scadere del termine prestabilito. Tra le alternative troviamo poi il fondo monetario, con interessi lordi intorno al 3%, e i titoli di stato a breve termine, con una rendita sempre intorno al 3%. E tornano i Btp Italia contro la corsa ai prezzi, della durata di 5 anni.