Il conto corrente estero va dichiarato? Molto spesso i contribuenti italiani aprono dei conti che si trovano fuori dal nostro Bel Paese (in cui hanno la residenza fiscale). A pensare al «monitoraggio fiscale» è lo stesso istituto arrivato nel 1990 per contrastare le frodi ai danni dell’erario.
L’istituto è nato per contrastare l’omissione di conti e patrimoni esistenti all’estero e nascosti al fisco italiano. I numeri dell’evasione fiscale in riferimento a delle attività extra territoriali sono in crescita, motivo per cui si è soggetti a delle pesanti sanzioni amministrative.
Il conto corrente estero va dichiarato: le norme fiscali
Il conto corrente estero va dichiarato? Prima di approfondire facciamo una breve premessa sulla vicenda: ovvero che è essenziale far presente che i contribuenti italiani devono rispettare quanto contenuto negli articoli 2 e 5 del Tuir (Testo Unico delle Imposte sui Redditi).
Chiarito ciò, il conto estero va inserito in dichiarazione laddove il valore patrimoniale (e non la giacenza media), dunque investimenti, profitti di vario genere o anche solo depositi di sicurezza, sia superiore a 15 mila euro.
Se questo valore dovesse essere superato (anche di un solo euro), allora il conto corrente estero andrà inserito nel quadro RW della dichiarazione dei redditi (dal 2024 in poi è visibile anche nel modello 730).
L’Ivafe
L’imposta sul valore delle attività finanziarie estere va corrisposta in misura pari a 100€ annui per aziende e società, oppure 34,20€ (sempre annui) per le persone fisiche. Questa tassa va applicata soltanto ai conti esteri con una giacenza media di 5.000€.
E quando subentra l’Ivafe sussiste anche l’obbligo del monitoraggio fiscale e l’inserimento del conto nel quadro RW. E qui si chiariscono i dubbi legati alla dichiarazione dell’esistenza del conto corrente estero che va dichiarato se la giacenza media supera i 5.000€, e se il valore patrimoniale superi i 15.000€.
Nel caso di omissione fiscale il Fisco applicherà delle sanzioni amministrative e in alcuni casi potrebbe denunciare l’evasione fiscale commessa. Oggi grazie agli accordi di cooperazione internazionale accordi di cooperazione internazionale è più semplice individuare i conti corrente all’estero di un contribuente italiano.