Presso la presidenza del Consiglio dei ministri si è costituito il Gruppo tecnico di lavoro per l’aggiornamento della strategia nazionale di lotta all’antisemitismo, con il compito di coadiuvare il Coordinatore nazionale, Generale Pasquale Angelosanto, nell’aggiornamento, nello sviluppo e nell’attuazione della strategia nazionale per lotta all’antisemitismo; obiettivo è una relazione contenente indicazioni dirette al Governo e, per il suo tramite, al Parlamento per la promozione e il rafforzamento della lotta all’antisemitismo sociale e culturale in Italia.



Si parte ovviamente dalla relazione di chiusura delle attività del gruppo del gennaio 2021, rivolta al Parlamento e al Governo, che ha proposto una strategia nazionale contro l’antisemitismo in attuazione di quanto richiesto dal Consiglio dell’Unione europea nella Dichiarazione n. 13637/20 del 2 dicembre 2020 e che va aggiornata anche in seguito alle evidenti questioni e problematiche che stiamo dolorosamente vivendo.



Abbiamo individuato gli argomenti su cui impegnarci in 5 gruppi di lavoro. Ricerca e raccolta dati e analisi per definire il quadro di situazione e le sue matrici, tenerlo costantemente aggiornato per il decisore politico, interpretarlo e comunicarlo. Formazione nella scuola a tutti i livelli, nelle università e nel mondo dello sport e del lavoro, nel quale va ricompresa anche la Pubblica amministrazione in tutte le sue articolazioni centrali e periferiche. Valorizzazione della cultura della memoria, attraverso l’individuazione di percorsi significativi per la commemorazione, nella quale coinvolgere i Ministeri e le Istituzioni culturali. Garanzia della sicurezza delle Comunità ebraiche e sviluppo della conoscenza delle loro attività di vita e di culto attuali. Attenzione massima alla dimensione digitale, anche per le applicazioni dell’Ia, coinvolgendo gli altri Stati, la Commissione europea, i grandi gestori e le Istituzioni che assicurano monitoraggio e formazione nel settore.



Desideriamo elaborare bozze di proposte entro gennaio 2025, secondo anche le attese dell’Ucei, della delegazione italiana presso l’Ihra e dell’associazionismo ebraico nazionale e internazionale, pubblico e privato. La strategia di contrasto è una necessità evidente sia per il tempo trascorso, sia per l’aumento dei casi di antisemitismo progressivamente registrati anche in Italia in questi ultimi anni e in via esponenziale in seguito agli atti terroristici del 7 ottobre 2023 perpetrati da Hamas in Israele. Senza dimenticare le numerose manifestazioni di protesta, in molti casi caratterizzate da odio antiebraico. 

L’antisemitismo è minaccia alla sopravvivenza della cultura ebraica, alla convivenza in sicurezza degli ebrei e allo stesso ordinamento costituzionale, perché incide su alcune libertà individuali e quindi su diritti fondamentali del cittadino. Con rappresentanti delle comunità e dell’associazionismo ebraici condividiamo che oggi il senso di pericolo è talmente più incombente che induce a praticare condotte di vita fortemente condizionate da limitazioni alle libertà individuali e alla pratica del culto e soprattutto c’è una minaccia alla sicurezza nazionale, non più intesa solo come protezione dell’integrità territoriale e dell’indipendenza politica, ma come difesa da attori interni, come le organizzazioni terroristiche e le destabilizzanti associazioni di tipo mafioso.

Facciamo ricorso a quell’elaborazione dottrinale – a opera di alcuni studiosi della materia – che ha ridefinito il perimetro della “sicurezza nazionale”, nel quale oggi si ricomprende anche la “coesione politico-sociale interna” (che tiene uniti popolazione e istituzioni e queste al territorio). La minaccia antisemita, che mira a colpire una parte della popolazione (cioè le minoranze ebraiche sui territori), incide proprio sulla “coesione politico-sociale” e attenta ai principi posti a fondamento della Repubblica dalla Carta costituzionale, tra cui l’esercizio di fondamentali diritti del cittadino. All’intero impianto del contrasto si deve dare una maggiore concretezza, come pure alla “sicurezza nazionale”. Il che significa attribuirle un’importanza centrale per lo Stato, che deve cercare di adottare provvedimenti normativi aderenti al mutamento della minaccia e strumenti operativi, preventivi – culturali, formativi e di diffusione della conoscenza dell’ebraismo – e repressivi, funzionali a una più efficace e complessiva “lotta all’antisemitismo”.

Ci attende un lavoro delicato ma importantissimo: il Coordinatore Pasquale Angelosanto è in stretto contatto con il Gruppo dei Coordinatori e Inviati speciali per la lotta contro l’antisemitismo dei Paesi dell’Unione europea per collocare la strategia nazionale all’interno della Strategia europea di Lotta contro l’antisemitismo e il sostegno alla vita ebraica (di prospettiva per il decennio 2021-2030), verificando l’adozione e l’efficacia delle azioni previste, oltre agli incontri fissati tra i Coordinatori dei 57 Paesi aderenti all’Osce. Faremo sicuramente un buon lavoro.

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