L’avvocato Elisabetta Zoina si è soffermata sui contratti di locazione stamane negli studi di Uno Mattina facendo un po’ di chiarezza su differenze e pagamenti. “Le parti in causa non possono decidere quanto dura il loro contratto di locazione – precisa l’esperto – è prevista dalla legge, ovvero 4 anni il contratto standard e si rinnova in automatico di 4 anni in assenza di disdetta. Nei primi 4 anni non si può inviare una disdetta da parte del proprietario a parte alcuni casi previsti dalla legge, quindi la durata è di 8 anni, 4 + 4, abbiamo anche formule contrattuali di durata più breve, il 3 + 2, quindi tre anni più rinnovo tacito a due anni, che dà diritto ad agevolazioni quindi meno tasse e meno tributi. Esiste anche una forma di locazione transitoria, che dura di meno ma va indicata la transitorietà nel contratto”.



Sull’importo del canone di locazione invece: “Può essere liberamente deciso fra le parti solo nella forma 4 + 4 mentre negli altri casi bisogna fare riferimento agli accordi fra proprietari e inquilini, quindi per i contratti 3+2 o quelli transitori servono le associazioni di categoria”. Fra le controversie più frequenti ci sono le spese, chi deve pagare? “La base è sempre il contratto, bisogna leggere cosa c’è scritto. Per i contratti 3+2 e transitori, le spese a carico dell’inquilino sono analiticamente indicate, mentre per il contratto a canone libero le parti possono scegliere. Se non vi è nulla di previsto si fa riferimento all’articolo 9 della legge sull’equo canone. Alcuni hanno ritenuto che le spese condominiali e quelle dell’amministratore vadano a carico del proprietario e non dell’inquilino, e questo è curioso”, ha concluso

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