È di questi giorni la comunicazione del Mise del varo del provvedimento con cui sono state rafforzate le linee di intervento dei contratti di sviluppo finalizzati al sostegno dei programmi di investimento delle imprese.

L’erogazione di incentivi per sostenere i programmi di investimento delle aziende ha una storia che nasce con l’intervento varato per favorire l’industrializzazione del Mezzogiorno. Le varie leggi che si sono succedute negli anni hanno registrato successi, insuccessi e clamorose truffe. L’evoluzione della normativa nazionale è approdata al varo degli strumenti oggi disponibili: i contratti di programma, di sviluppo e di filiera. Questi strumenti hanno un denominatore comune rappresentato dai ritardi con cui si registra l’esecuzione degli stessi. La causa è da ricercare negli eccessi di burocrazia e da procedimenti amministrativi spesso condizionati dal continuo avvicendamento degli istruttori e dei ministri.



I nuovi provvedimenti del Mise sono destinati a sostenere, su tutto il territorio nazionale, gli investimenti delle imprese in progetti industriali che, attraverso l’elettrificazione dei processi produttivi e l’utilizzo di idrogeno, consentano di ridurre le emissioni di CO2 e i consumi di energia. Si rivolgono, quindi, a un tema attuale.



Il Mise si è affrettato a precisare che il provvedimento adottato ha introdotto semplificazioni capaci di influire sul funzionamento di questo importante strumento di politica industriale, al fine di accelerare l’iter amministrativo di concessione delle agevolazioni alle imprese. Quello della semplificazione è senza dubbio il vero incentivo di cui si avrebbe bisogno. L’eccesso di burocrazia, infatti, è spesso la causa di molti insuccessi dei programmi di investimento. Il ritardo di anni con cui arriva l’approvazione ministeriale rischia di rendere i programmi di investimento, vista la velocità con cui cambiano l’economia e i bisogni delle aziende, inefficaci e non più attuali.



È altrettanto di queste ore la comunicazione del ministro Carfagna che ha comunicato il rilascio della prima autorizzazione Unica in zona Zes (Sicilia Occidentale). Della comunicazione colpisce la sottolineatura secondo cui il procedimento autorizzativo si è concluso in tempi più rapidi di quelli previsti, dando così prova della bontà della riforma. L’aspetto “innovatore” della nuova disciplina è il procedimento di rilascio dell’autorizzazione Unica, che vuole sostituire una molteplicità di provvedimenti che, in altri tempi e in altri contesti, devono essere rilasciati singolarmente con grande dispendio di tempo.

Le due comunicazioni hanno un denominatore comune, rinvenibile nell’aver voluto introdurre la semplificazione dei procedimenti amministrativi finalizzati al rilascio delle autorizzazioni e/o alla approvazione delle istruttorie di concessioni delle agevolazioni finanziarie (contributi a fondo perduto e/o nella forma di finanziamento agevolato). Il vero incentivo, dunque, pare essere la necessaria semplificazione dei processi amministrativi, spesso ostacoli insormontabili, che bloccano investimenti e sviluppo. Solo una sinergia tra incentivi e semplificazione potrà rendere concreto l’auspicio del ministro Giorgetti che ha sottolineato come “gli accordi di sviluppo, anche in futuro, rappresentino una strada fondamentale per la nostra economia e per l’innovazione dell’industria italiana che può diventare sempre più competitiva”.

L’aspetto negativo delle due comunicazioni è la finestra temporale in cui cadono, che coincide con la campagna elettorale. La reale portata dei provvedimenti, dunque, dovrà essere misurata dopo l’esito elettorale. Solo allora le aziende potranno confermare che la semplificazione oggi comunicata non abbia contribuito ad allungare la lista degli annunci, ma abbia consentito effettivamente di tradurre in sviluppo, occupazione e reddito i programmi di investimento delle aziende.

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