Ci sono tre novità importanti sul fronte lavoro tra le 180 modifiche al decreto Milleproroghe approvate dalle commissioni Affari costituzionali e Bilancio. L’ultima è la riapertura dei termini per consentire alle imprese di accedere al fondo nuove competenze per la formazione dei dipendenti. Inoltre, c’è la possibilità di tenere i lavoratori con contratti di somministrazione fino al 2025 anche oltre i due anni previsti. La terza è una norma sullo smart working che, stando a quanto riportato dal Sole 24 Ore, potrebbe creare qualche disparità di trattamento tra dipendenti pubblici e privati.



Partiamo al fondo nuove competenze, a cui le imprese potranno accedere nel 2023. Gli oneri riguardanti le ore di formazione, comprensivi dei contributi previdenziali e assistenziali, restano a carico di tale fondo presso l’Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro (Anpal). La dotazione finanziaria è di 230 milioni di euro per il Programma operativo nazionale Spao ed è stato incrementato di ulteriori 200 milioni di euro per l’anno 2020 e altri 300 milioni per il 2021.



NOVITÀ SU CONTRATTI DI SOMMINISTRAZIONE E SMART WORKING

Per quanto riguarda i contratti di somministrazione a tempo determinato, è stata prorogata la disposizione che consente la possibilità di impiego del lavoratore in missione per periodi di oltre 24 mesi anche non continuativi, senza che ciò causi in capo all’utilizzatore la costituzione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Nello specifico, l’efficacia di tale previsione, inizialmente fissata fino al 30 giugno 2024, è prolungata al 30 giugno 2025. Infine, capitolo smart working. Le norme approvate dal Senato e all’esame di Palazzo Madama hanno creato una disparità di trattamento tra dipendenti pubblici e privati. Per questi ultimi il lavoro agile potrà essere riconosciuto dal 28 febbraio prossimo fino al 30 giugno sia ai lavoratori fragili sia a quelli con figli a 14 anni. Invece, per i dipendenti pubblici lo smart working sarà riservato solo ai lavoratori pubblici con fragilità.

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