Una nuova bozza sui contratti statali 2024 mira promuovere l’aumento dello stipendio e lo smart working permanente per i neoassunti. Due decisioni che potrebbero diventare realtà qualora i sindacati si mettessero d’accordo ad apporre le firme.
La bozza arriva direttamente dall’Aran, impegnata a trattare le migliori soluzioni per metter d’accordo la maggioranza. Lo smart working per i neoassunti verrebbe introdotto per fermare l’emigrazione dal Sud al Nord, prima che in futuro un flusso ingente potrebbe arrecare danni economici e sociali al Meridione.
Contratti statali 2024: quali novità ci aspettano
I contratti statali nel 2024 potrebbero prevedere due novità importanti: il lavoro da remoto (smartworking) e un aumento di stipendio. Le nuove tabelle prospettano un incremento minimo di 141€ per gli operatori, fino a 224€ complessivi per chi ricopre un ruolo altamente professionale.
Il rinnovo riguarderebbe tutti i lavoratori assunti dai ministeri e dalle agenzie fiscali, comprese Inail e INPS. Al momento Uil e Cgil sono gli unici sindacati che non vorrebbero metter firma, mentre Confintesa, Confsal-Unsa, Cisl e Flp propensi all’aumento e allo smart working.
Nella bozza dell’Agenzia che tratta con i sindacati si parla in modo specifico dell’aumento tabellare: le Funzioni centrali – in base alla loro area di appartenenza – potrebbero guadagnare dai 110€ a 193€ mensili in più.
La media dell’aumento come da tabellare dell’Aran si stimerebbe in 13 euro al mese per 13 mensilità. Nonostante la bozza sia stata presentata dall’Agenzia che negozia con i sindacati, in questa fase potrebbe esserci una spaccatura importante.
Da un lato, Uil e Cgil pronti a non firmare e a minacciare uno sciopero generale, mentre Confintesa Confsal-Unsa, Cisl e Flp, potrebbero essere gli unici sindacati a confermare la loro adesione.
Differenze contrattuali
L’attuale rinnovo dei contratti statali è inserito nella bozza che racchiude l’ultimo biennio, 2022 – 2024. La diatriba tra le parti potrebbe concludersi con l’immediato discorso sulle prospettive per il periodo che riguarderà i prossimi due anni: dal 2025 al 2027.
I fondi previsti dal Piano Strutturale di Bilancio prevedono un incremento del 2% annuo, che per il trimestre totalizzerebbero un buon 6%. In tal senso si potrebbe garantire una certa continuità ai rinnovi dei contratti statali, così come desiderato e ribadito in più occasioni da Paolo Zangrillo, ministro per la Pubblica amministrazione.