ADDIO ALL’AUMENTO PER IL CONTRATTO DEGLI INFERMIERI: COSA È SUCCESSO E QUALI SCENARI ORA
L’aumento medio di 172euro per gli infermieri, con le trattative sul contratto durate per mesi, è saltato definitivamente: il rinnovo che interessava 580mila dipendenti del Servizio Sanitario Nazionali – e che comprendeva, oltre agli infermieri ospedalieri, anche i tecnici e il personale non medico – si è “frantumato” in extremis con la divisione netta tra i sindacati presenti al tavolo decisivo. Favorevoli all’accordo e alla firma finale presso l’Aran si sono esposti CISL, Nursind e Fials, mentre non hanno accettato per nulla CGIL, UIL e Nursing Up.
Serviva una maggioranza sindacale per raggiungere la firma del rinnovo contratto infermieri 2022-2024 e così non è avvenuto, perdendo un’occasione importante e rimandando così ad un nuovo tavolo ora nuovamente da riconvocare: decisiva la protesta plateale dei sindacati di base (USB) che con i cartelli al grido di «questo non è un contratto ma un insulto» hanno convinto i colleghi sindacati a non firmare la proposta del Ministero della Salute e del sistema nazionale. Dalle risorse considerate “inique” fino agli accordi di base raggiunti in precedenza, passando per gli straordinari e gli orari di lavoro: i sindacati “ribelli” fanno raggiungere la fumata nera, che suona come una “pietra tombale” per diverso tempo sulla possibilità di un nuovo contratto per la categoria degli infermieri. Secondo il dirigente di Nursind Andrea Bottega, l’occasione persa ora deve subito essere utilizzata per rilanciare la discussione sul triennio 2025-2027, a fronte dei fondi già stanziati nella Manovra di Bilancio: «i protagonismi danneggiano i lavoratori», spiega il sindacalista ben conscio che l’aumento di 172 euro era tutt’altro che sufficiente ma serviva per aprire la negoziazione per il prossimo triennio.
CISL DURISSIMA CONTRO LANDINI E BOMBARDIERI: “CGIL E UIL SPIEGHINO ORA AI LAVORATORI PERCHÈ NON HANNO FIRMATO
Secondo il segretario della FP-CGIL Michele Vannini, l’aumento del contratto per gli infermieri non è stato siglato perché quasi un insulto ai lavoratori e alla categoria della sanità: «non c’erano risposte né dal punto di vista stipendiale né sulle indennità», attacca il responsabile di Landini nella contrattazione ora interrotta, ritenendo l’aumento dell’orario di lavoro e il dispositivo sugli straordinari del tutto «insopportabile». Chi invece reagisce duramente alla mancata firma del contratto è il sindacato della triplice, la FP-CISL che invece dopo lunghi sforzi diplomatici sembrava essere arrivata a convincere i propri colleghi sindacati.
Tanti i sindacati nazionali Cgil e Uil, quanto quello di categoria come Nursing Up, avrebbero sostanzialmente «fatto saltare il tavolo di trattativa per il rinnovo del CCNL» così la nota nazionale del sindacato diretto da Luigi Sbarra, dove si accusa gli omologhi di aver negato ai professionisti e lavoratori della sanità un aumento importante e un passo avanti nella contrattazione. Con l’aumento di 172 euro (circa il 7% in più) si era in sostanza offerto un riconoscimento economico importante e “efficace” «per chi lavora in prima linea». Eppure, prosegue la CISL, alla fine il tavolo è saltato facendo saltare sia il contratto 2022-2024, che ritardando i nuovi negoziati verso il 2027: «hanno tolto soldi dalle tasche delle lavoratrici, dei lavoratori e dei professionisti per puro tatticismo». Secondo il sindacato CISL, ora dovranno essere i responsabili di CGIl, UIL e Nursing Up a dover spiegare agli infermieri e gli altri tecnici della sanità perché sono stati negati gli aumenti, le norme innovative e pure gli arretrati: i tre sindacati “ribelli” vengono accusati dalla CISL di aver «giocato sulla pelle» di oltre 580mila infermieri. A stretto giro la risposta del leader di Nursing Up, Antonio De Palma, che spiega di non aver voluto tradire i lavoratori con un aumento ridotto, considerato più una «farsa» che un aiuto ai lavoratori.