Accumulare dei contributi per il riscatto della laurea potrebbe rilevarsi un vantaggio importante, ma a patto di analizzare minuziosamente la situazione. Esiste la possibilità di poter conseguire il titolo di studio usufruendo di alcune condizioni “maggiormente agevolate“.
In particolar modo i soggetti favoriti sono coloro che hanno iniziato a lavorare e studiare (versando i contributi previdenziali), a partire dal ’96 in poi (nel caso specifico per chi ha cominciato dopo il 1977). In questo caso sarebbe molto più conveniente poter riscattare la laurea (e vedremo perché).
Quali contributi occorrono per il riscatto della laurea?
I contributi necessari per il riscatto della laurea sono variabili. Negli anni l’inflazione ha arrecato dei danni economici non indifferenti, tanto da far salire periodicamente la spesa necessaria per riscuotere questo titolo di studio.
Soltanto nell’ultimo anno il riscatto della laurea è ancora più caro, tanto che i costi possono essere superiori a sei mila euro annui. Ed è qui che diviene utile comprendere se il riscatto possa essere uno strumento conveniente per poter anticipare la pensione.
La convenienza diventa lampante nel momento in cui un dipendente percepisce un reddito mensile piuttosto alto, e nel caso in cui abbia già versato i contributi previdenziali dal 1977 a seguire.
Contributi versati ante 1995
Ma se dopo il 1977 o comunque dal ’96 in poi, il riscatto della laurea non necessita di ricalcoli, lo stesso non si può dire per quelli versati ancor prima del 1995. Per loro è possibile godere del riscatto di laurea agevolato soltanto se esercitino l’opzione contributiva.
Ne consegue un ricalcolo (nella sua interezza), del cedolino pensionistico in base a quanti contributi sono stati effettivamente versati. Questo si traduce in un rincaro del riscatto con conseguente riduzione sull’assegno della propria pensione.
La categoria – relativamente – più fortunata sono le donne. Godendo di una misura pensionistica più anticipata rispetto agli uomini, anche con il riscatto della laurea possono trarre vantaggio facendo in modo che raggiungano prima del previsto l’età per la cosiddetta “anzianità contributiva“.
Quanto alla categoria più svantaggiata ci sono indubbiamente i giovani. Un ragazzo che comincia a versare i contributi a trent’anni, il riscatto della laurea non farebbe altro che allungare la sua vita lavorativa.