Secondo quanto riportato nelle scorse ore dal Financial Times, per frenare le importazioni di auto elettriche cinesi nell’Unione Europea, si dovrebbero imporre dei dazi al 50%. Solo così si bloccherebbe l’arrivo di auto Made in China a basso costo, che stanno invadendo il mercato del Vecchio Continente. Questo quanto emerge da una indagine anti sovvenzioni realizzata dai ricercatori del Rhodium Group, secondo cui qualsiasi azione “troppo timida” contro i cinesi, non porterebbe ad alcun risultato qualora si avesse l’obiettivo di bloccare l’importazione delle loro auto.



“Ci aspettiamo che la Commissione europea – fanno sapere gli stessi – imponga dazi tra il 15 e il 30 per cento. Ma anche se i dazi si collocassero nella fascia più alta di questo intervallo, alcuni produttori con sede in Cina saranno comunque in grado di generare margini di profitto confortevoli sulle auto che esportano in Europa grazie ai sostanziali vantaggi in termini di costi di cui godono. Dazi nell’ordine del 40-50% – probabilmente ancora più alti per i produttori integrati verticalmente come BYD – sarebbero probabilmente necessari per rendere il mercato europeo poco attraente per gli esportatori cinesi di veicoli elettrici”.



DAZI E AUTO CINESI: IL CASO DELLA BYD SEAL U

Il Financial Times fa l’esempio della Seal U, auto di BYD che viene venduta in Cina a 20.500 euro e a 42mila nell’Unione Europeo, con un profitto che viene stimato dai 1.300 ai 14.300 euro e ciò rappresenta ovviamente un forte incentivo all’esportazione specifica Rhodium. Ad oggi i produttori cinesi pagano all’Ue un’aliquota tariffarie del 10 per cento, circa 2.100 euro per ogni veicoli.

“Secondo i nostri calcoli, un dazio del 30% lascerebbe comunque l’azienda con un premio UE del 15% (4.700 euro) in relazione ai suoi profitti in Cina, il che significa che le esportazioni verso l’Europa rimarrebbero molto attraenti”, prosegue il rapporto, secondo cui BYD potrebbe decidere di abbassare ulteriormente i prezzi con l’obiettivo di raggiungere una quota di mercato nell’Unione Europea pari al 5 per cento entro il 2025, che diventerebbe il 10 per cento nel 2030.



DAZI E AUTO CINESI: BYD PRONTA A PRODURRE 6,6 MILIONI DI VEICOLI

“Molti altri modelli di veicoli elettrici cinesi godrebbero ancora di un forte premio di profitto dell’UE”, aggiunge il report. Nel giro di un paio d’anni, entro il 2026, la capacità di produzione annuale di BYD dovrebbe raggiungere i 6,6 milioni di veicoli elettrici, più del doppio rispetto a quelli prodotti a fine 2023 (2,9 milioni).

Per assorbire tutte le auto l’azienda dovrebbe più che raddoppiare le sue vendite ma il mercato è ultimamente in rallentamento di conseguenza l’Unione Europea sembra destinata a divenire il primo mercato, anche perchè gli Stati Uniti hanno già dazi elevati e particolari restrizioni nelle omologazioni delle auto prodotte fuori dai confini nazionali. Secondo Rhodium l’Ue potrebbe utilizzare altre “armi” come ad esempio bloccare le importazioni cinesi per motivi di sicurezza.