Le truppe ucraine nel settore di Kharkiv hanno raggiunto il confine e i bombardamenti iniziano a colpire il territorio russo: non solo la solita Belgorod, dove ci sono stati un morto e 4 feriti, ma anche Taganrog e Rostov. Tutto questo mentre i soldati russi rientrano in patria. Ma cosa sta succedendo davvero? Nel giro di una sola settimana le forze ucraine hanno travolto quelle russe?
“In realtà” ci ha detto in questa intervista il generale Giuseppe Morabito, diverse missioni all’estero, membro fondatore dell’Igsda e del Collegio dei direttori della Nato Defense College Foundation “se è vero come dicono le fonti ucraine che sono stati liberati circa 6mila chilometri quadrati di territorio, resta il fatto che si tratta solamente di un quinto di tutto il territorio occupato dai russi dall’inizio della guerra”. È un fronte estremamente lungo, che va da nord a sud fino al Mar Nero, ci ha spiegato ancora, e dobbiamo vedere che tipo di strategia adotterà adesso il Cremlino: “Potrebbe essere guerra totale con tutte le conseguenze che questo significa”.
Che idea si è fatto di quanto è successo nell’ultima settimana, da quando è partita l’offensiva ucraina?
Le forze di Kiev hanno usato una strategia particolare, evidentemente suggerita da americani o inglesi: fare una manovra diversiva fingendo di ammassare le forze da una parte e poi attaccando in un’altra. Non dimentichiamo che è dalla fine di luglio che si stava preparando questa controffensiva. Dalle informazioni che sono pervenute in Occidente hanno scelto una zona dove si trovavano soldati russi non molto addestrati.
Il che spiegherebbe quanto è stato detto: soldati che hanno abbandonato le armi e si sono dati alla fuga, carri armati lasciati in mezzo alla strada.
Esattamente, hanno fatto uno sforzo principale in una zona dove le truppe russe erano le meno addestrate. Ma teniamo conto che si tratta di una vittoria locale, cosa che potrebbe portare a due sviluppi.
Quali?
Il primo potrebbe essere che i russi abbandonino quella che fino a oggi hanno chiamato Operazione militare speciale, ammettendo di essere in guerra e proclamando quindi la mobilitazione generale. A quel punto non ci sarebbe più un equilibrio di forze dal punto di vista numerico, i russi potrebbero lanciare in battaglia forze impossibili da fermare. La seconda ipotesi di sviluppo, visto che comunque a Mosca la chiamano ancora “Operazione militare speciale”, è che si possa arrivare finalmente all’apertura di un dialogo, visto che non riescono più a ottenere neanche il risultato minimo.
In effetti il ministro Lavrov ha usato nelle scorse ore parole inedite da quando è cominciata la guerra, in sostanza aprendo ai negoziati.
Sarebbe infatti questo il momento migliore per iniziare a parlarsi, ma la vittoria fa sì che Zelensky si sente confermato in quello che ha sempre sostenuto, cacciare i russi da tutti i territori occupati.
Tornando alla situazione militare, in realtà gli ucraini hanno sfondato solo in una parte molto limitata del fronte, è così?
Il fronte è molto lungo, almeno un quinto dei territori occupati resta nelle mani di Putin. Teniamo conto poi che l’inverno sta per arrivare e da quelle parti l’inverno significa il blocco di ogni cosa.
Anche questo potrebbe essere un buon motivo per cominciare a parlarsi. Ramzan Kadyrov, il capo ceceno, ha pesantemente criticato il Cremlino per questa sconfitta. All’inizio si parlava dei ceceni come le forze in grado di ribaltare la guerra a favore dei russi, ma non sembra sia successo. Che fine hanno fatto?
I ceceni non sono un’arma per vincere una guerra in campo aperto, hanno esperienza di guerra nelle aree urbanizzate, ricordiamo la distruzione della loro capitale e i combattimenti casa per casa durante le guerre cecene. Inoltre si dice siano impiegati nelle retrovie per fermare e anche uccidere i soldati russi che scappano. C’è invece un elemento importante sul fronte opposto. Immagini e fonti internazionali hanno mostrato unità di mercenari di lingua inglese in grado di bilanciare le milizie dei Paesi amici di Mosca.
Quindi?
La Russia in questo momento sta perdendo, perché con il passare del tempo, non ottenendo l’obbiettivo prefissato, sta anch’essa entrando in una guerra di logoramento, mentre i Paesi occidentali continuano a mandare armi a Kiev.
Potrebbe esserci un cambio di strategia da parte russa? Nei giorni scorsi abbiamo visto massicci bombardamenti con missili su punti strategici.
Un fattore di cui tener di conto è che i russi potrebbero non aver ancora impiegato le armi migliori in loro possesso. È meno costoso utilizzare materiale di fabbricazione iraniana come i droni. Bombardare le retrovie ucraine vuol dire ridurre la logistica di chi sta al fronte in modo da bloccare il supporto di questa avanzata. In ogni caso, per fare una controffensiva prima dell’arrivo dell’inverno, Putin ha bisogno di utilizzare nuove forze fresche.
(Paolo Vites)
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