Dopo le tante polemiche per l’innalzamento del tetto ai contanti, arriva anche il controllo sulle partite IVA finalizzato al contrasto dell’evasione fiscale. Se in molti avevano puntato il dito all’innalzamento del tetto al contante, tanti altri hanno sottovalutato l’interesse del governo a effettuare controlli fiscali a carico di alcune partite IVA.



Controlli fiscali autonomi: lo stratagemma usato per evadere le tasse

Come ha spiegato infatti Maurizio Leo, il viceministro del Ministero dell’Economia e delle finanze con delega al fisco: il governo non abbassa la guardia sull’evasione. Lo testimonia la norma sulle partite IVA che vengono aperte e chiuse a ripetizione per non pagare le imposte. l’Agenzia delle Entrate, in questi casi, potrà cancellare la partita iva. E se il titolare vuole riavviare un’attività, dovrà prima fornire una fideiussione bancaria a garanzia delle imposte future”.



Lo stratagemma di alcuni imprenditori dunque era quello di chiudere le partite IVA così da evadere le tasse cancellando la persona fisica. Però questo procedimento per troppi anni è avvenuto in maniera sconsiderata e il governo prima o poi avrebbe dovuto metterci mano. Se da un lato quindi si allargano le cinture, dall’altro si stringono sotto altri aspetti.

Controlli fiscali autonomi: il modo per bloccare l’evasione

Sotto la lente di ingrandimento dell’Agenzia delle Entrate saranno proprio coloro che aprono e chiudono nel giro di poco tempo le partite IVA così da non dover pagare le tasse. Da quel momento in poi sarà il loro nome essere attenzionato e soprattutto il cassetto fiscale verrà abbondantemente ispezionato.



Il codice fiscale di coloro che apriranno la partita IVA sarà la spia d’allarme, quando decideranno di aprirne un’altra i loro dati saranno cancellati e quindi anche la partita IVA.

Questo meccanismo è stato effettuato soprattutto dagli extracomunitari che entravano in Italia proprio con l’idea di far impazzire il fisco con l’apertura e la chiusura di aziende. A quel punto, una volta ispezionate, i soggetti coinvolti dall’indagine fiscale si ritroveranno a dover aprire una partita IVA con una fideiussione bancaria di 20.000 euro.