Il governo mira a ridurre il gap fiscale secondo gli obiettivi del PNRR, per questo l’Agenzia delle entrate ha inviato delle notifiche ai contribuenti per raggiungere la conformità sul fatturato in relazione alle registrazioni POS. Queste infatti sono state inserite anche in dichiarazione, ma sulla base dell’incrocio dei dati fiscali, l’Agenzia ha preferito selezionare gli esercenti i cui importi dichiarati per le registrazioni POS sono inferiori agli scontrini.
Controlli fiscali POS 2023: l’Agenzia accelera e procede con le notifiche
L’Agenzia delle Entrate ha preferito premere sull’acceleratore, e sanare le irregolarità fiscali del 2022.
Infatti le notifiche sono state inoltrate parallelamente alla pubblicazione del provvedimento numero 352652/2023, avvenuta il 3 ottobre 2023.
Un altro elemento di accelerazione è dovuto al coinvolgimento degli intermediari, come commercialisti e Caf, che potranno segnalare eventuali altre discrepanze. Il provvedimento diffuso dall’agenzia delle entrate recava anche le indicazioni su come sanare le divergenze dei contribuenti attraverso una corretta compilazione del quadro RS.
Questa procedura segue le direttive dell’articolo 13 del decreto legislativo 472/1997 e offre la possibilità di ridurre le sanzioni in base al tempo trascorso dalle violazioni.
Controlli fiscali POS 2023: in che modo procedere alla sanatoria
Tutti i contribuenti che riconoscano la genuinità delle segnalazioni fornite dall’amministrazione in merito ai controlli fiscali, potranno procedere alla correzione delle discrepanze rilevate, quanto invece agli esercenti e al controllo incrociato sui POS, questi potranno avvalersi dello strumento del ravvedimento operoso entro il 15 dicembre 2023,
previsto dall’articolo 4 del decreto legge 131/2023. Tuttavia, è fondamentale che queste azioni siano intraprese prima del 31 ottobre 2023 e completate entro il 15 dicembre 2023.
L’Agenzia delle Entrate preferisce accelerare il processo di riduzione del gap fiscale in ottemperanza agli obiettivi del PNRR per migliorare gli archivi delle richieste di sanatoria delle posizioni per gli anni 2023 e 2024. In questo modo l’Agenzia delle Entrate, una volta smaltite le posizioni in archivio, potrà concentrarsi sull’analisi dei dati incrociati ai fini della lotta all’evasione fiscale.