L’Agenzia delle Entrate potrebbe utilizzare un nuovo algoritmo che introdurrà alcune metodologie predittive per scovare gli evasori. I controlli fiscali diventano dunque tangibili di regola sempre più una spina nel fianco per coloro che elaborano strategie di fuga: “Gli uffici preposti al controllo di ordinare le posizioni già individuate in merito ad un’analisi deterministica, così da ottimizzare i risultati e la calendarizzazione delle attività istruttorie“.
Controlli fiscali smart: controlli predittivi
Come spiega l’Agenzia delle Entrate questo non significa che i controlli saranno integralmente affidati alle macchine: l’ultima parola ce l’avrà sempre l’uomo, la mente umana che avrà il compito di verificare la corrispondenza di quanto è emerso attraverso il processo di analisi elettronica. E dunque se l’algoritmo ha il compito di scovare gli evasori, la mente umana ha il compito di prendere decisioni sulla base dei dati che sono emersi.
Il secondo obiettivo è quello di ottenere integralmente i miliardi di dati fiscali che concernono i contribuenti italiani, così da spingere contribuenti a sanare da sé le posizioni irregolari, se infatti il contribuente percepisce che il sistema fiscale è infallibile, tenderà ad evitare di incorrere in sanzioni.
L’algoritmo agirà principalmente sui dati dichiarativi, quindi tutti i dati che sono interconnessi con l’archivio, gli atti del registro, i dati della fatturazione elettronica dell’invio telematico dei corrispettivi in funzione dello specifico contesto di analisi. Tuttavia sono esclusi i dati particolari, quelli giudiziari che potrebbero consentire di desumere indirettamente informazioni sensibili per cui c’è stato un tira e molla con il garante della privacy, proprio sull’utilizzo dei dati e le garanzie per i contribuenti.
Controlli fiscali smart, l’Agenzia delle Entrate: “Nessuna profilazione di massa”
Viene fatta una prima elaborazione in cui si individua il criterio di rischio e poi si collegano le informazioni presenti nelle banche dati a disposizione dell’Agenzia delle Entrate. Il secondo percorso è quello di prenderle le informazioni presenti nelle altre banche dati in cui vengono collegati i dati dell’archivio, poi questi ultimi sono integrati con le informazioni presenti in altre banche dati e infine vengono analizzati i soliti d’archivio.
l’Agenzia delle Entrate spiega che l’applicazione delle metodologie in parola non determina la profilazione della popolazione dei contribuenti.
In questo modo l’utilizzo dell’algoritmo sarà quello di consentire agli uffici di ordinare le posizioni individuate in un’analisi deterministica così da ottimizzare i risultati e calendarizzare le attività istruttorie.