A La Vita in Diretta, programma di Rai Uno condotto da Alberto Matano, si è tornati a trattare il caso della santona” di Torino che adescava le proprie vittime, proponendo loro la sua speciale terapia. La donna era talmente convincente che è riuscita a far smettere la chemioterapia ad una malata oncologica, poi morta di cancro. Le forze dell’ordine hanno deciso di aprire un’inchiesta, e al momento c’è massimo riserbo, ma come ha spiegato proprio Matano in diretta televisiva sull’1: “La vicenda si sta allargando”. Lo stesso conduttore ha presentato così il caso: “Adescava su Facebook le persone, tanti avrebbero abbandonato le cure necessarie per affidarsi a questo programma, il tutto avveniva in delle chat attraverso cui mandava delle terapie. C’è anche un’altra persona coinvolta, il cosiddetto tesoriere della setta, un fisioterapista. La santona forniva anche delle parole chiave attraverso cui ingannava le persone”.



Ad una madre avrebbe sconsigliato di dare la tachipirina al figlio se prima non avesse interrogato il segno dell’Ariete, mentre ad una donna, come detto prima, ha ‘vietato’ la chemioterapia fino a che non è deceduta. Come fatto sapere dall’inviata di La Vita in diretta “avrebbe anche rimproverato e offeso”, le persone “se non seguivano il suo programma terapeutico”.



SANTONA CONVINCE DONNA A NON SOTTOPORSI A CHEMIO: CARLA STAGNO A CAPO DELLA SETTA

La vittima aveva 46 anni, aveva interrotto la chemio per affidarsi alle cure della Santona, per poi morire di metastasi dopo un cancro scoperto nel 2019. A capo della setta vi sarebbe Carla Stagno, una 53enne con nessuna laurea in medicina o in qualunque altra disciplina, che guidava il gruppo Uni Sons, con ben 300 adepti tutti fedeli alla stessa.

Si faceva chiamare Marie e diceva di essere la reincarnazione di Marie Curie aggiunge il quotidiano Repubblica, sostenendo di essere in grado di modificare il Dna per ottenere una guarigione. Al momento sono sei gli iscritti sul registro degli indagati, e nei guai è finita anche una operatrice sociosanitaria del Cto che ora non lavora più in ospedale.