Può la cucina essere utile in psicologia? Lo dimostra la Cooking Therapy che specifica come il benessere possa essere di gusto. Si tratta di fatto di un percorso di crescita personale che ci fa capire come la cucina sia in grado di curare l’anima delle persone che soffrono di alcuni problemi. La base di questo studio parte dallo strumento distraente e terapeuti che può permettere anche di superare dei momento difficili. Inoltre il tutto può portare a incrementare l’autostima e anche ad aumentare la creatività di chi si trova davanti ai fornelli. In questo caso non si parla nettamente di chi si siede poi a tavola a mangiare, ma di chi nell’atto dell’ideazione riesce a lasciare lontano dalla cucina i problemi. Quello tra cucina e psicologia è un binomio antico, visto laboratorio terapeutico naturale arrivò nel 1975 quando Selma Fraiberg lo inserisce nella psicoterapia genitore-bambino.
Cooking Therapy, uno strumento naturale
La Cooking Therapy può regalare la possibilità a chi si trova davanti i fornelli di sfruttare quelle che sono potenze del tutto naturali. Inoltre il punto è che ci si può trovare di fronte a un rimedio totalmente gratuito e che risulti essere anche molto utile qualora diventi un lavoro oltre che una necessità quotidiana. Grazie alla cucina è stato studiato che si possano superare momenti di isolamento, crisi e noia. E’ così che sembra abbastanza logico avvicinare la cucina a questo recente periodo di lockdown dovuto all’emergenza legata al Coronavirus. L’obbligo a rimanere chiusi in casa infatti ha scatenato la fantasia degli italiani che ora si capisce anche perché cucinando hanno superato più facilmente un periodo molto complicato.