Terremoto nel Pd per il caso cooperative e truffe che vede indagato il deputato Mauro Laus. L’inchiesta a Torino si allarga e coinvolge anche l’assessore Mimmo Carretta e la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo, oltre all’attuale presidente della Rear, Antonio Munafò. Secondo l’ipotesi dell’accusa, che ha preso in esame il periodo compreso tra il 2018 e il 2022, la Rear, una ditta nel settore dei servizi (vigilanza e pulizie industriali) che Laus ha creato agli inizi degli anni ’90 e che ora fattura oltre 30 milioni di euro, anche grazie alle commesse ottenute al Museo Egizio, a quello del Cinema all’Università, al Teatro Stabile e in altri enti a Roma, Verona e Bardonecchia, avrebbe ricevuto finanziamenti pubblici per «attività e iniziative ben specifiche», ma i soldi sarebbero finiti altrove.
Da qui l’accusa di malversazione nei confronti di Laus, ritenuto il capo indiscusso del Pd a Torino dopo il tramonto di Piero Fassino e Sergio Chiamparino. Il deputato viene chiamato in causa come amministratore di fatto dell’impresa. Anche l’ultimo bilancio della Rear si parla di denaro pubblico, infatti si parla di «sovvenzioni e/o contributi dalla pubblica amministrazione e/o da società controllate direttamente e/o indirettamente dalla stessa». L’ipotesi investigativa della Guardia di finanza, secondo quanto riportato da Libero, è che questi sarebbero i presunti fonti che sarebbero stati distratti e destinati «a finalità private».
URSO MANDA ISPETTORI ALLA REAR DI TORINO
Nelle scorse ore la Direzione generale per la Vigilanza sugli Enti Cooperativi e le Società del Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha disposto, su indicazione diretta del ministro Adolfo Urso, «una ispezione straordinaria presso la cooperativa Rear, con sede a Torino». Una procedura avviata dopo l’apertura dell’indagine della procura di Torino per malversazione e truffa, «che vede coinvolti a vario titolo alcuni soci e dirigenti della società». Ha già preso le distanze il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, visto che la Rear ha finanziato la sua campagna elettorale: «Ogni spesa e ogni pagamento sono stati fatturati e sono tracciati, insomma, è tutto regolare», ha fatto sapere l’entourage del primo cittadino, come riportato da Libero. Mauro Laus è intervenuto su Facebook in merito all’inchiesta dei pm Enrica Gabetta e Alessandro Aghemo: «È singolare che la legge Cartabia abbia introdotto il divieto per gli Uffici della Procura della Repubblica e per gli ufficiali di polizia giudiziaria di fornire informazioni sugli atti di indagine senza formale e motivata autorizzazione e gli interessati vengano messi a conoscenza di essere indagati senza averne avuta pri-ma alcuna informazione ufficiale. Alcuni giornalisti sono più informati di me».
RESA DEI CONTI NEL PD?
Subito dopo la nota di Mauro Laus, che una volta eletto in Parlamento aveva lasciato la presidenza dell’azienda ad Antonio Munafò e il posto in consiglio di amministrazione, pur restando socio, sono usciti i nomi di due suoi fedelissimi, cioè la presidente del Consiglio comunale di Torino, Maria Grazia Grippo, e l’assessore agli Eventi, Mimmo Carretta, ex segretario provinciale del Pd. Entrambi sono stati dipendenti Rear. Nelle carte giudiziarie compaiono anche loro come indagati per le stesse vicende. Oltre ai tre dem, ci sarebbero altri indagati, almeno otto, tra dipendenti della Rear e persone esterne alla ditta. Non a caso negli ambienti dem si parla di resa dei conti. A gettar acqua sul fuoco anche il sindaco visto che, come riportato da Libero, non ha intenzione di ritirare le deleghe a nessuno «così come non è intervenuto con un rimpasto», fanno sapere dal Comune, «quando si è trattato dell’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni», indagato a Milano per abuso edilizio.