SOUMAHORO: “GOVERNO VIOLA DIRITTI MIGRANTI”, MA È SILENZIO SU COOP DI FAMIGLIA
Secondo il parlamentare ex Sinistra, oggi al Gruppo Misto, Aboubakar Soumahoro il Governo Meloni starebbe violando diritti sacrosanti a migliaia di minori migranti: l’ultimo attacco dell’ex leader dei braccianti è giunto nelle scorse ore dopo una visita ispettiva al centro permanente per il rimpatrio a Roma a Ponte Galeria. Qui il protagonista indiretto degli ultimi mesi di indagini della Procura di Latina sulle cooperative di accoglienza migranti di proprietà della famiglia, si scaglia contro il Governo: «nel centro per i rimpatri di Roma sono trattenuti anche dei minori. Questo non è consentito dalla legge. Il governo sta violando il diritto dei minori».
Il problema è che le medesime attenzioni e denunce non sembrano essere scattate in merito ai centri gestiti invece dalle coop “Karibu” e “Consorzio AID” gestite dalla suocera di Soumahoro, Marie Terese Mukamitsindo: o quantomeno, osservando le gravi accuse lanciate dai pm di Latina, si scorge all’orizzonte un possibile problema non solo giudiziario ma anche politico per il parlamentare che già per via delle vicende della sua famiglia (lo ricordiamo, Aboubakar Soumahoro non è minimamente coinvolto in accuse ufficiali o indagini) è stato allontanato dal gruppo parlamentare Verdi-Sinistra Italiana.
LE CHAT CHOC CHE INGUAIANO LA FAMIGLIA SOUMAHORO
I magistrati che hanno chiuso le indagini sulle coop della famiglia Soumahoro lo hanno definito come uno «spregiudicato sistema criminale a conduzione familiare»: in attesa di capire se l’eventuale processo riuscirà a ristabilire la verità sulle accuse formulate, pesano alcune chat venute in possesso al “Giornale” così come alcune ammissioni fatte da ex dipendenti della cooperativa di accoglienza migranti “Karibu” (chiusa definitivamente dal Governo dopo le accuse formulate dalla magistratura, ndr). «La famiglia di Soumahoro chiedeva ai dipendenti fatture false per gestire la loro contabilità», ha raccontato una ex dipendente al “Giornale”. Non solo, pesano alcune chat risalenti al giugno-luglio 2022 tra i dipendenti delle coop di Latina e la presidente della Consorzio AID Aline Mutesi (la figlia di Marie Terese Mukamitsindo, sorellastra di Liliane Murekatete e dunque “cognata” dell’on. Soumahoro).
«Aline per favore, se continuo con i debiti andremo dall’avvocato. Non è giusto», si legge in alcuni stralci di chat pubblicati dai colleghi del “Giornale”, «Non ho dimenticato i vostri debiti, dovevamo essere pagati ma poi hanno richiesto certificati antiriciclaggio» era la risposta della cognata del parlamentate. Ma non finisce qui: «Quando mi pagherai, Aline?», chiedono, trovando come risposta solo «Portami la prossima settimana la prima fattura di metà importo». Il punto è che per fare i contratti servivano i documenti ma quegli stessi senza un regolare contrato di lavoro non potevano venire emessi: risultato è che molti dei dipendenti secondo la procura di Latina risultavano lavoratori in “nero” con presunto sistema fittizio di fatture. «Non ho bisogno di negoziare, signora, ho bisogno dei miei debiti» veniva chiesto questa volta direttamente alla suocera di Soumahoro, Marie Therese Mukamitsindo, la quale a sua volta rispondeva «Lo so, hai lavorato con Aid e stanno sempre aspettando le fatture». La risposta dei lavoratori era però netta e viene ripresa oggi dai magistrati inquirenti: «Sto aspettando il bonifico per poter portare le fatture […] Questo lavoro è fuori legge e tu non hai rispettato ciò che avevi promesso».