COP 10 tabacco: decisioni rimandate all’anno prossimo

Si è definitivamente conclusa la COP 10, ovvero la Conferenza delle Parti, della Framework Convention on Tobacco Control (FCTC), ovvero il panel dell’OMS dedicato alle politiche di controllo sui prodotti contenenti nicotina. Un’occasione importante, con la quale periodicamente l’Organizzazione mondiale della sanità concorda con tutte le parti in gioco le linee guida e le regolamentazioni su questi prodotti, non solo sigarette, ma anche vaporizzatori, snus e riscaldatori di tabacco.



Questa COP 10 sul tabacco, oltre ad essere particolarmente attesa, era anche stata accolta da diverse proteste, come quella da parte dei coltivatori di tabacco di Panama, preoccupati per il loro futuro nel caso fossero state introdotte regole eccessivamente stringenti. L’OMS, infatti, sembra essere sempre più diretto verso una strategia di tolleranza zero, che prevederebbe il progressivo azzeramento del consumo di prodotti contenenti nicotina. Molti attori, invece, auspicavano che questa COP 10 sul tabacco fosse un’occasione storica per un cambio di passo sulla lotta al fumo, introducendo normative fini alla cosiddetta riduzione del rischio. Nello specifico, si tratterebbe di incentivare l’uso di prodotti con nicotina ma senza combustione, come le sigarette elettroniche, gli snus e i riscaldatori. Tutte queste decisioni, tuttavia, sono state rimandate, in un sonoramente silenzioso ‘nulla di fatto‘. La palla torna a centro campo, si deciderà tra un anno e mezzo alla COP 11.



L’occasione mancata della riduzione del rischio

Insomma, la COP 10 sul tabacco, per quanto attesa e criticata, non ha portato a nulla di concreto. Un’occasione a dir poco mancata, soprattutto perché se si fosse perseguita una linea di riduzione del rischio gli effetti attesi sarebbero potuti essere importanti. Lo dimostrano le esperienze di paesi come Regno Unito, Svezia, Nuova Zelanda e Giappone che in pochi anni, grazie alle alternative al fumo combusto, sono riusciti ad incentivare migliaia di fumatori ad abbandonare il dannoso vizio, sia smettendo di fumare, che optando per prodotti meno dannosi.



La questione centrale in questa COP 10 sul tabacco era, infatti, proprio questa: trovare il modo meno dannoso per ridurre progressivamente l’uso di prodotti a base di tabacco combusto. I metodi alternativi, infatti, sono comprovatamente efficaci per ridurre i danni nei fumatori e l’incidenza del fumo, come dimostra uno studio pubblicato sul Lancet alla vigilia della Conferenza secondo il quale “la riduzione del danno da fumo” è un metodo efficace per “ridurre la prevalenza dei fumatori“. L’ironia della sorte è che, nonostante l’OMS si presentasse alla COP 10 sul tabacco con l’obiettivo di perseguire la tolleranza zero, nel 2015 si espresse proprio a favore della riduzione del rischio. “Lo sviluppo di nuovi prodotti del tabacco che sono meno tossici o che creano meno dipendenza“, dichiarò l’Organizzazione, “potrebbe essere una componente di un approccio globale per ridurre i decessi e le malattie legate al tabacco“. Specialmente, proseguiva l’OMS, sui fumatori “che non sono disposti a smettere o non sono in grado di interrompere la loro dipendenza“.

SPECIALE SALUTE – IL DIBATTITO SCIENTIFICO SUL FUMO

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