Si è conclusa la COP 10, ovvero la Conferenza tra le parti della Framework Convention on Tobacco Control (FCTC), ovvero la Convenzione sul controllo del tabacco promossa dall’OMS. Occasione, queste, per definire le nuove linee guida sul tabacco e che per la prima volta avrebbe dovuto includere anche una discussione sui prodotti contenenti nicotina senza combustione, come le sigarette elettroniche, lo snus e i riscaldatori di tabacco, ma che è partita anche nel segno delle proteste.



Alla COP 10 tabacco, infatti, si presentavano due schieramenti ‘formali’. Da un lato l’OMS, con l’appoggio della Commissione Europea e di diverse delegazioni nazionali che avrebbero voluto includere nei regolamenti contro il fumo anche i prodotti alternativi alle sigarette classiche. Dall’altro, invece, il Parlamento Europeo e numerosi altre delegazioni locali (tra cui Regno Unito, Svezia, Nuova Zelanda e Giappone), che suggerivano di escludere quei prodotti dalle norme di contenimento del fumo, in quanto centrali nelle strategie di riduzione del rischio. Inoltre, la COP 10 tabacco, che si è tenuta a Panama, è stata accolta anche da un’ampia protesta da parte degli agricoltori locali che accusavano l’OMS di scarsa trasparenza.



Critiche e proteste durante la COP 10 tabacco a Panama

La COP 10 sul tabacco, per di più, oltre ad essere partita nel segno delle proteste, è anche continuata con ampie critiche. L’OMS, infatti, secondo alcune tra le parti coinvolte, avrebbe scelto di condurre le discussioni a porte chiuse, senza possibilità di accesso per stampa e parti interessati (tra cui gli agricoltori), mentre il Segretariato avrebbe anche cercato di far condurre i lavori ad expert group di tecnici scelti dalla stessa Organizzazione, con un evidente rischio sulla trasparenza dei lavori.

Si è criticato, inoltre, il tentativo della Commissione UE di valicare i confini del suo mandato, arrogandosi il diritto di avanzare una posizione, durante la COP 10 tabacco, comune per tutti gli Stati membri, scavalcandone la sovranità nazionale. Non stupirà, dunque, che per tutte queste ragioni (ed anche per altre, come il tentativo da parte del Segretariato di escludere le delegazioni degli stati UE con procedure alternative e scorrette) la decima conferenza si è conclusa senza alcuna decisione formale. Tutto è rimandato all’anno prossimo (precisamente un anno e mezzo), quando in occasione della COP 11 sul tabacco si tornerà a discutere di questi temi, e specialmente sulla riduzione del rischio.



Le strane dinamiche della COP 10 tabacco

Seppur senza decisioni in merito ai reali punti di discussione promossi dalla COP 10 tabacco, si sono viste nel corso delle discussioni alcune dinamiche se non altro particolari, che sono destinate a ripercuotersi sul futuro della Conferenza. Contro gli expert group dell’OMS, per esempio, si è mossa un’insolita asse di delegazioni africane, asiatiche e mediterranee, sintomo che forse si sta diffondendo un sentimento sempre più contrario alle prese di posizione arbitrarie dell’OMS.

Tesi, quest’ultima, avvalorata anche dalle critiche mosse contro l’OMS, sempre durante la COP 10 tabacco, per aver cercato di escludere dalle discussioni alcune posizioni della FDA americana, invalidate perché gli USA non fanno parte della Convenzione. La scienza, tuttavia, secondo parecchi delegati, è sempre valida, indipendentemente da chi ha condotto gli studi. Altra dinamica interessante, infine, è una stranissima asse tra la Commissione Europea e la presidenza belga, che hanno cercato sostegno da parte della delegazione russa per le loro posizioni avanzate durante la COP 10 tabacco. Strana perché, nella realtà, la Russia era contraria alla posizione UE/Belgio, così come la Commissione europea si oppone fermamente a Putin, fin dallo scoppio della guerra in Ucraina.

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