Chicco Testa, dirigente d’azienda ed ex politico italiano, è intervenuto sulle colonne de “Il Foglio Quotidiano” per commentare la Cop 27 in Egitto. Nel Paese delle piramidi e dei faraoni, secondo Testa, occorrerà prendere atto del fallimento rispetto all’andamento reale delle emissioni totali, che continuano a crescere nel mondo. Come si legge nel suo intervento, per dare un’idea delle quantità in gioco basti dire che “dal 1990 a oggi è stata immessa nell’atmosfera una quantità maggiore di quella immessa in tutti i secoli precedenti”. E in futuro? “Nel 2030 le emissioni totali europee peseranno per circa il 6/7 per cento e quelle dell’Italia, ben meno dell’1 per cento. I quattro quinti dell’umanità vivranno e lavoreranno fuori dall’area dei Paesi sviluppati e le loro emissioni continueranno ad aumentare”.



Questo perché lo sviluppo economico, affinché sia tale, ha bisogno di ingenti quantità di energia aggiuntive e non si può non osservare in questo contesto come il maggiore contributo all’incremento delle emissioni provenga dall’uso del carbone per la produzione di energia. Tematiche di fronte alle quali la Cop 27 non deve girarsi dall’altra parte: “Coloro che cianciano di uguaglianza e di lotta al sottosviluppo, compresa l’Onu, pensano che la crescita energetica dei Paesi possa avvenire con la diffusione dei pannelli fotovoltaici, delle auto elettriche e dell’idrogeno? Tutte cose che peraltro esigono a loro volta alti consumi di energia, capacità tecnologica e investimenti colossali”, ha evidenziato con amarezza Chicco Testa.



“COP 27? FINORA CON L’ENERGIA SI È SBAGLIATO”: L’OPINIONE DI CHICCO TESTA

Nel suo ragionamento, il dirigente d’azienda ha quindi rimarcato come sia imprescindibile che la Cop 27 prenda coscienza del fatto che fino ad ora si è sbagliato quasi tutto inseguendo una narrazione eurocentrica, dove l’Europa, o almeno una buona parte di essa, è stata intesa come la ztl del mondo. Il problema, semmai, “è come garantire quantità crescenti di energia alla maggior parte del mondo con emissioni ridotte. Un bel rebus. Che avrebbe bisogno di programmi di ricerca colossali per nuove tecnologie veramente capaci di fare il salto. Fusione? Batterie? Sequestro della CO2? Le rinnovabili possono dare una mano, ma ancor più la può dare il nucleare al posto del carbone, il miglioramento dei rendimenti delle centrali termiche, l’ammodernamento del parco veicoli circolante”.



Infine, un ultimo appello alla Cop 27: “Prendiamo atto che il centro dei problemi sta da un’altra parte. Sta in Paesi che hanno ben presente anche un’altra cosa: che per fare fronte ai cambiamenti climatici e alle perturbazioni che porteranno è meglio essere ricchi piuttosto che poveri. E per essere sufficientemente ricchi serve, ancora una volta, l’energia”.