Cop 28, scattato il conto alla rovescia a Dubai per trovare un accordo sul petrolio e sulla riduzione drastica dei combustibili fossili. Lo sconto però è diventato particolarmente acceso a causa del parere fortemente contrario da parte di alcuni dei 197 paesi partecipanti. Soprattutto Arabia Saudita e Iraq, paesi membri dell’Opec, che sostengono da sempre la teoria che si possano essere gravi ripercussioni economiche a livello globale in caso di abbandono totale do queste fonti energetiche.
Il presidente Sultan Al Jaber ha dichiarato che tutte le parti dovranno essere ascoltate e che nessuno deve arrivare all’incontro con testi già pronti ma bisogna prepararsi ad accettare compromessi. Aggiungendo che: “Questa sarà la prima conferenza nella quale verrà chiesto un consenso sui combustibili fossili“. Come sottolinea il quotidiano Il Giornale quindi, la posizione del presidente è piuttosto antitetica rispetto a quella degli ambientalisti. Ma ad aver avvertito le nazioni partecipanti è stata anche l’Agenzia internazionale per l’energia, dichiarando che, con queste premesse, non si raggiungeranno gli obiettivi per la riduzione delle emissioni.
Cop 28 difficile accordo sui combustibili fossili, paesi Opec chiedono compromesso sul petrolio
Accordo sul petrolio difficile da raggiungere alla conferenza Cop 28, se da una parte i paesi più ambientalisti spingono per una eliminazione totale delle fonti di combustibili fossili, dall’altra i paesi membri dell’Opec, come era stato anticipato, chiedono un compromesso. A rischio ci sarebbero le economie mondiali ma anche il raggiungimento degli obiettivi green previsti. Come sostiene l‘agenzia IEA, gli impegni presi fino ad ore saranno sufficienti a ridurre le emissioni soltanto per il 30% di quello previsto, entro il 2030.
Il ministro per il cambiamento climatico di Vanuatu ha dichiarato che: “L’incontro di Dubai è in una fase critica, ma la maggioranza resta a favore di un impegno per la riduzione del riscaldamento globale di almeno 1,5 gradi“. Una piccola minoranza invece sta provando a bloccare l’accordo, cercando di tutelare i propri interessi legati al petrolio, essendo tra i principali esportatori. Una posizione, quella dell’Opec che è stata definita dalla Vice Premier della Spagna Teresa Ribera come: “Disgustosa“.