Non era mai accaduto che la temperatura media globale in un intero anno solare fosse di oltre 1,5 gradi centigradi superiore ai livelli pre-industriali. E, invece, nel 2024 – in quello che dovrebbe essere l’anno più caldo mai registrato secondo i dati di Copernicus – dovrebbe cadere per la prima volta la soglia simbolica identificata nell’ambito dell’Accordo di Parigi.
In uno scenario di profonda urgenza, caratterizzato anche dall’incremento di fenomeni climatici estremi – leggi Valencia ed Emilia-Romagna -, si è chiusa con un giorno di ritardo la COP29, che quest’anno si è tenuta a Baku, in Azerbaijan. Scongiurato il pericolo di un fallimento, nella notte di sabato 23 novembre il presidente della conferenza Mukhtar Babayev, nonché ministro dell’Ambiente azero, ha annunciato l’approvazione del nuovo obiettivo di finanza climatica dell’Accordo di Parigi. Un compromesso raggiunto tra quasi 200 nazioni che prevede un aumento degli aiuti contro il cambiamento climatico ai paesi in via di sviluppo e ai paesi del sud del mondo, che triplicano dagli attuali 100 miliardi all’anno a 300 miliardi all’anno per il decennio 2025-2035 (il relativo esteso documento approvato a Baku va sotto il nome di NCQG, New Collective Quantified Goal on Climate Finance).
Ma a Baku non si è parlato solo di finanza climatica, pur rimanendo un tema centrale e necessario nella lotta al cambiamento climatico. Nei vari incontri bilaterali, multi-laterali, plenari e a contatto con istituzioni regionali, nazionali e globali a cui Fondazione Lombardia per l’Ambiente ha partecipato, si è discusso anche del meccanismo di cooperazione (di cui all’art.6 dell’Accordo di Paigi), a supporto del raggiungimento degli obiettivi di cui ai contributi determinati a livello nazionale (NDC). La COP29 ha approvato le linee guida e altri aspetti tecnici di tali meccanismi in modo che possano entrare nell’operabilità quanto prima. Grazie a questi incontri anche con “attori non statali” è emersa con cristallina evidenza la necessità di affidarsi con sempre maggior forza e convinzione alla scienza. Il senso di urgenza di dare una risposta concreta attraverso soluzioni condivise è amplificato infatti dalla velocità del cambiamento climatico, come dimostrano gli eventi che hanno recentemente colpito la Spagna e l’Italia centrale. E solo la scienza può dare risposte e indirizzare l’azione politica. A partire dall’immane lavoro condotto dall’IPCC.
Un altro filone tematico ha riguardato la governance multi-livello, un fattore chiave per mettere a terra politiche efficaci in materia climatica e ambientale. A tal proposito Regione Lombardia spicca per la sua volontà di innovare in questi termini. Proprio a Baku, l’Assessore Ambiente e Clima, Giorgio Maione, ha annunciato che la Lombardia sarà la prima Regione italiana a dotarsi di una legge regionale sul clima. “Sarà un testo innovativo. Punteremo sulla riduzione dell’impronta carbonica delle opere edilizie e degli interventi di urbanizzazione, sul sostegno alla ricerca, all’educazione ambientale e all’innovazione, sull’efficienza energetica delle attività produttive e su una strategia integrata di adattamento ai cambiamenti climatici”, ha spiegato nel corso di un evento al Padiglione Italia.
In questa cornice, la nuova legge che attende la Lombardia sarà costruita attorno a una visione integrata dei problemi e delle opportunità, con l’obiettivo di incidere concretamente e adottare un approccio innovativo e coordinato in tutte le attività di pianificazione, programmazione, regolamentazione e incentivazione.
Per Fondazione Lombardia per l’Ambiente si è trattato della 23esima partecipazione a una conferenza delle parti sul clima, (quasi) un unicum nel panorama mondiale per un ente che si occupa di Science for Policy. E a pochi giorni di distanza dall’evento di Baku, guardiamo già al prossimo appuntamento, la COP30 di novembre 2025 in programma a Belém, in Amazzonia (Brasile), un luogo simbolico e carico di speranza per sostenere la lotta al cambiamento climatico.
La COP30 sarà anche un importante test per verificare l’attuazione del Global Stocktake, lo strumento di valutazione legato al raggiungimento nazionale e globale degli obiettivi di mitigazione delle emissioni di gas serra, anche attraverso il progressivo abbandono dei combustibili fossili. La scadenza è proprio nel 2025 e in questo senso sono attesi aggiornamenti rilevanti che potrebbero restituire una reale fotografia di quanto si sta facendo a livello statale. Intanto, il Ministro all’Ambiente e Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin ha annunciato che l’Italia abbandonerà il carbone proprio l’anno prossimo, con l’unica eccezione per la Sardegna, per cui la data da segnare è il 2028.