SCONTRO ALLA COP29 TRA VATICANO SUI DIRITTI & CLIMA: “BLOCCANO AIUTI ALLE DONNE”, MA NON È ESATTAMENTE COSÌ

È solo la BBC ad averne dato notizia in Italia ma l’eco all’estero è già notevole per chi sta seguendo i lavori della COP29 di Baku in Azerbaijan: il Vaticano, assieme a Russia, Iran, Arabia Saudita ed Egitto avrebbe bloccato i lavori sul concedere più fondi alle donne vittime delle migrazioni per il cambiamento climatico. Al netto di scoprire che esista uno specifico finanziamento per una condizione così “particolare”, la notizia è stata data così ma la verità dei fatti è ovviamente un filo più complessa.



I rappresentanti del Vaticano assieme appunto ai Paesi sopracitati ha tentato di modificare in parte l’accordo che avrebbe fornito sostegno finanziario alle donne in prima linea per la lotta al cambiamento climatico: questo denuncia il caponegoziatore nonché Ministro dell’Ambiente della Colombia, Susana Muhamad, sottolineando come sia «inaccettabile» il ritardo nell’accordo dovuto alle motivazioni addotte da Vaticano e alleati. Il tema però non è il contrasto ai fondi per il genere femminile, ma la definizione stessa di “gender”: il timore è che dentro al concetto di “genere donna” fossero inseriti trans e ogni qualsiasi sigla dell’universo LGBTQ+. Se da un lato Arabia, Russia, Egitto e Iran ne fanno una questione di non accettazione dei diritti specifici “arcobaleno”, il Vaticano – che spinge sulla COP29 come una emergenza globale da risolvere quella del clima – non vuole che si “mascheri” un sostegno alla causa climatica per un finanziamento effettivo a realtà LGBTQ.



PERCHÈ IL VATICANO HA BLOCCATO I LAVORI E COSA RICHIEDE

«La Santa Sede spera ancora che si possa raggiungere un consenso», così alla BBC interviene il Vaticano che con il Segretario di Stato Card. Parolin è intervenuto nei giorni scorsi all’assemblea di Baku. Secondo un dato presentato da ActionAid durante la COP29, donne e ragazze rappresenterebbero attualmente l’80% delle persone sfollate a causa dei cambiamenti climatici ed è a quell’utilizzo specifico che andrebbero i sostegni erogati dalla Conferenza per il Clima.

Il Vaticano riconosce l’urgenza e infatti ha bloccato l’erogazione solo appunto per risolvere una disputa formale su scenari che col clima poco hanno a che fare: «I paesi latinoamericani stanno lavorando duramente: non permetteremo che il programma di genere venga abbandonato e che vengano trascurati i diritti umani», è intervenuta ancora durissima la Ministra colombiana, prendendosela con Vaticano e gli altri Paesi in contrasto. Secondo la Santa Sede, serve il consenso nel pieno rispetto delle sensibilità di ogni Stato partecipante con linguaggio accettabile per tutti, ma non è in discussione «l’impatto sproporzionato del cambiamento climatico sulle donne e sulle ragazze». Il punto è che siano effettivamente donne e ragazze, e non un finanziamento erogato per avallare un linguaggio e una sfera di diritti assimilabili alla “ideologia gender” da Papa Francesco spesso denunciata in passato.