COPA AMERICA, TRAGEDIA SFIORATA PRIMA DELLA FINALE: COS’È SUCCESSO
La Copa America 2024 non verrà ricordata per la sua organizzazione. Partiamo da questo punto fondametnale perché ciò che abbiamo visto stanotte, in un Paese che dovrebbe essere all’avanguardia come gli Stati Uniti, non deve succedere. In particolar modo degli USA saranno tra le tre squadre che ospiteranno i prossimi Mondiali.
Prima dell’inizio di Argentina-Colombia, attesissima finale, gli scarsissimi controlli della Polizia americana, nettamente in minoranza rispetto a quanti sarebbero dovuti essere, non sono riusciti a limitare la baraonda di tifosi colombiani che hanno sfondato le transenne e i cancelli per entrare allo stadio senza biglietto.
Una mossa che si poteva prevedere, ma a quanto pare non è stata messa in conto. Questo ha inevitabilmente bloccato l’entrata dei possessori dei biglietti che sono rimasti bloccati per motivi di sicurezza. Il vero disastro è accaduto però con coloro che il biglietto non ce l’avevano.
COPA AMERICA, TRAGEDIA SFIORATA: DOPPO RINVIO PRIMA DELL’INIZIO DELL FINALE
Verrebbe proprio da dire tragedia sfiorata in Copa America: gente insanguinata, alcuni addirittura portati in braccio privi di sensi, immagini di bambini in lacrime e video di persone che urlavano, spaventate da scene che sembravano arrivare da un film. Questa però è la realtà di un torneo organizzato malissimo sotto ogni punto di vista.
Dai terreni di gioco in pessime condizioni, molto criticati da Argentina e Brasile, ai casi unici come la Bolivia che non aveva un campo per allenarsi. Dagli scontri sugli spalti tra i giocatori dell’Uruguay e i tifosi colombiani al caos capitato poco prima della finalissima di Miami.
Tornando all’ultimo atto, la partita è stata rinviata inizialmente di mezz’ora nonostante poi si stata fatta slittare fino alle 3:15, un’ora e un quarto più tardi. Per limitare il grande problema, la polizia ha fatto entrare anche coloro che non avevano il biglietto. Un compromesso che non può e non dov’essere accettato dato che tra due anni c’è un Mondiale da ospitare.
Una cosa che dovranno capire quanto prima gli americani è che il calcio non è come nessun altro sport americano, con enorme rispetto per il basket, l’hockey, il football, il baseball e via dicendo. Non si tratta infatti di superiorità sportiva bensì della presenza di un elemento che per l’appunto non è presente in America: la rivalità. Le franchigie sono soci della stessa lega, molto diverso rispetto a quello che può essere un Inghilterra-Scozia, Brasile-Argentina, Albania-Serbia e via discorrendo.
A volte sono semplicemente vicinanze logistiche che fanno aumentare la rivalità, magari con precedenti nella fasi finali (Italia-Francia, per esempio), oppure con motivi extra-calcistiche come il già citato Albania-Serbia. Naturalmente tutto ciò non toglie le colpe dei tifosi colombiani, entrati addirittura nei sotterranei dello stadio pur di acceder all’evento sfruttano i condotti di areazione.
Al netto di qualche ferito, per fortuna sembrerebbe nessun gravemente, la situazione si è man mano sistemata e con grande velocità i tifosi hanno preso parte al match. Rimane però un grosso punto di domanda sulle effettivi capacità degli Stati Uniti di gestire un evento di tali dimensione, se non maggiori.