Dopo mesi di stallo, si è risolto il nodo della presidenza del Copasir: Adolfo Urso – esponente di Fratelli d’Italia – è stato eletto presidente con 7 voti a favore, una scheda bianca e due assenti, ovvero i componenti dimissionari della Lega, l’ex presidente Raffaele Volpi e Paolo Arrigoni. Non si sana dunque la frattura interna al Centrodestra, probabile che un confronto in merito verrà fatto già questo pomeriggio nel vertice sulle prossime Amministrative.
«Io ho una faccia non faccio avanti indietro. Non ritengo che questa composizione non rispetti i criteri di legge e non cambio idea a costo di perdere le poltrone. Urso potrà lavorare, gli auguriamo buon lavoro ma questa composizione non rispetta i criteri di legge. Se soffro la Meloni? Io governerò con Meloni e Berlusconi», così questa mattina a Rai News24 il leader della Lega Matteo Salvini.
D’URSO VERSO LA PRESIDENZA DEL COPASIR
Alla fine la linea della Lega potrebbe non trovare seguito nell’elezione del nuovo Presidente del Copasir: dopo una controversia durate settimane, il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica (organo preposto a vigilare e controllare l’operato dei servizi segreti italiani) oggi si appresta ad eleggere il proprio nuovo presidente dopo le dimissioni del n.1 uscente Raffaele Volpi, in quota Lega. Favorito d’obbligo il meloniano Adolfo Urso: il “caos” all’interno del Copasir però – e in particolar modo tra le file del Centrodestra – nasce tutto dall’insediamento del Governo Draghi negli scorsi mesi; il comitato per tradizione viene affidato come guida alle opposizioni e così era con la Lega finché era in carica il Governo Conte-bis.
Con l’accordo Salvini-Letta-Draghi per l’ingresso in maggioranza, Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia – essendo rimasti di fatto l’unica opposizione assieme a Sinistra Italiana – ha rivendicato la presidente del Copasir arrivando allo scontro “pacato” in più occasioni con l’alleato Matteo Salvini. Al culmine della contesta, la linea di Salvini è stata duplice: ha fatto sì dimettere il “proprio” presidente Volpi (assieme all’altro membro leghista Paolo Arrigoni) ma anche rilanciato sulla possibilità di una nuova commissione ex novo, sabotando in questo modo l’elezione di Adolfo Urso, l’unico di FdI nel Copasir attuale e inviso al Carroccio.
LE TRAME SUL COPASIR
Sentiti però i Presidenti delle Camere Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati, la possibilità di cambiare l’intero plenum era impraticabile e perciò l’accordo che si sarebbe già ottenuto tra tutti i partiti è stato quello di arrivare ad eleggere oggi in assemblea proprio Urso come nuovo presidente del Copasir. «Nell’attuale situazione, con una maggioranza parlamentare di consistenza superiore al novanta per cento in entrambi i rami del Parlamento, non possono essere ritenuti sussistenti i presupposti per dare luogo ad una meccanica applicazione del criterio della rappresentanza paritaria previsto della legge n. 124/2007, un palese sovradimensionamento della rappresentanza dell’opposizione» – hanno scritto Casellati e Fico – «in contrasto con il principio di proporzionalità».
Decisivo l’appoggio di Pd e M5s, oltre a Forza Italia: «Il Pd, in ordine alla presidenza del Copasir esprimerà in seno al Comitato un voto di consenso alla proposta avanzata dall’opposizione di Fratelli d’Italia per motivazioni di carattere meramente istituzionali», spiega Enrico Borghi dalla segreteria Dem, «Il voto favorevole alla proposta di candidatura avanzata dall’opposizione, oltre che assicurare il pieno ripristino delle necessarie piene funzioni del Copasir, vuole andare nel senso di mantenimento della istituzione nel perimetro delle funzioni che la legge le attribuisce e di cooperazione parlamentare». È evidente che le lotte intestine e le trame dei partiti – sia nel Governo che nella coalizione del Centrodestra – l’hanno fatta da padrone finora nel complesso caso Copasir, ma ora il punto di “approdo” sembra ormai definito. «Sono molto felice per Urso, sarà un ottimo presidente – spiega Ignazio La Russa (Fdi) – ma sono dispiaciuto per il centrodestra, così ne usciamo sconfitti tutti. La si poteva gestire in maniera meno conflittuale: spero che domani (oggi, ndr) i due membri leghisti votino anche loro Urso e si ristabilisca un clima sereno». Salvini tiene la barra dritta e per il momento conferma la non presenza dei due leghisti dimissionari, ma resta la possibilità di un ulteriore accordo nelle prossime ore con gli alleati del Centrodestra per rasserenare gli animi, visti i già complessi dossier sui candidati alle Elezioni Amministrative e sulla federazione di Cdx.