«Se avete perplessità sui profili gestionali, c’è una sede, il Copasir. Rivolgetevi ai vostri colleghi del Copasir: hanno l’obbligo di vigilare e controllare»: così il Premier Conte ieri al Senato nelle comunicazioni sul voto di fiducia dopo la crisi aperta da Italia Viva. Il “day after” alla crisi di Governo evitata in extremis, la Commissione Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica entra subito in “campo” con la convocazione del Premier Giuseppe Conte, del suo portavoce Rocco Casalino, del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio e del principale leader di questa crisi, ormai all’opposizione, Matteo Renzi.



Molteplici i motivi e svariati i temi che dovranno essere valutati – singolarmente – con le quattro figure di spicco della politica convocate dai parlamentari a controllo dei servizi segreti. I primi tre membri del Governo vengono convocati dal Copasir per la vicenda del “blitz” in Libia atto a liberare i pescatori di Mazara del Vallo lo scorso dicembre; per il leader di Italia Viva invece la citazione davanti al Copasir avviene per il caso Barr-Usa. Ieri in Senato Conte aveva rilanciato il tema dei servizi segreti, visto quanto emerso in un recente editoriale de La Stampa sulla presunta “campagna acquisti” dei responsabili in cui avrebbero partecipato anche i vertici degli 007 italiani come il direttore del Dis Vecchione: «Su questo rivolgo a tutti un invito, l’ho rivolto già ieri ai parlamentari della Camera, evitiamo polemiche strumentali che coinvolgono ile donne e gli uomini del comparto di intelligence. Siete tutti parlamentari, se avete dei dubbi e delle perplessità, legittime in democrazia, anzi vi invito ad assumere l’iniziativa, però avete due possibilità: una, se la regolamentazione attuale non vi soddisfa, c’è il percorso di un iter normativo per eventuali modifiche; la seconda, se avete perplessità sui profili gestionali, c’è una sede, il Copasir. Rivolgetevi ai vostri colleghi del Copasir: hanno l’obbligo di vigilare e controllare», l’intervento di Conte al Senato.



RENZI E IL “NODO” BARR-USA

Per il Copasir, diretto dal leghista Raffaele Volpi, la convocazione è dettata da diversi motivi concreti: «le audizioni sono state richieste sia per le attività svolte sia per le modalità operative e di sicurezza adottate sul dossier pescatori-Libia», spiega il parlamentare della Lega, che convoca anche Casalino dopo quella condivisione della posizione avvenuta sullo smartphone di alcuni giornalisti per informare di dove Conte e Di Maio fossero presenti in Libia nel giorno della liberazione dei pescatori tenuti in ostaggio dal generale Haftar. Ma non v’è solo la Libia nei motivi della convocazione dei 4 politici: «L’Ufficio di presidenza del Copasir ha poi approvato, in relazione al presunto hackeraggio del sito della presidenza del Consiglio, l’audizione ancora di Rocco Casalino. Nella più complessiva valutazione della gestione della sicurezza informativa operativa della Presidenza del Consiglio – ha ribadito Volpi – il Copasir intende audire il segretario generale della Presidenza del Consiglio Dott. Chieppa». Il Copasir si riferisce alle storie finite sull’account ufficiale di Palazzo Chigi indicanti gruppi social anti-Renzi e pro-Conte, smentite poi dallo stesso staff di Conte con le dichiarazioni «siamo stati hackerati».



Da ultimo il Copasir aggiunge «In riferimento alle, per quanto smentite, notizie di interessamento da parte di componenti del Comparto intelligence, alle attività parlamentari afferenti alla tenuta del Governo, il Copasir audirà il direttore generale del Dis prefetto Vecchione riservandosi anche ulteriori audizioni di approfondimento»: su questa vicenda Palazzo Chigi l’ha definita invece con «gravissime insinuazioni». Sul caso William Barr (Ministro della Giustizia), viene convocato il senatore Renzi per dirimere spiegazioni sulla visita del procuratore generale nel 2019 in Italia dopo che l’ex Premier nei giorni scorsi aveva detto pubblicamente «Conte deve lasciare la delega per i servizi, va fatta chiarezza sulle visite a Roma di William Barr che nell’estate del 2019 incontrò—fuori da ogni protocollo — gli 007 italiani».