Il Premier Giuseppe Conte è stato nuovamente convocato dal Copasir per dirimere una volta per tutte il tema delicato della gestione nelle nomine dei servizi segreti, a seguito delle fortissime polemiche tanto dalle opposizioni quanto da parte del suo stesso Governo. Nel frattempo, toccherà al Senato approvare definitivamente il Decreto Covid che proroga lo stato d’emergenza fino al prossimo 15 ottobre: il Premier Giuseppe Conte aveva garantito in sede di Cdm lo scorso 7 agosto che vi sarebbe stata l’adeguata discussione in Parlamento vista la delicatezza della vicenda e invece, ieri, la “svolta” con il Governo che chiede (ed ottiene, pur con l’uscita dall’Aula per protesta di 28 deputati M5s) la fiducia alla Camera. Il motivo è molto semplice, nell’articolo comma 6 del Dl Covid vi è una norma che modifica la legge del 2007 dando in pratica al Presidente del Consiglio la possibilità di prorogare la durata dei vertici dell’intelligence italiana (Dis, Aisi, Aise). Parte del M5s in aperta opposizione non ha votato la fiducia e oggi è giunta in definitiva la convocazione (data e ora ancora da destinarsi) del Copasir per chiarire ogni punto dell’intricata vicenda a margine (e tecnicamente senza alcun legame) della proroga dello stato d’emergenza Covid-19. Come scrive Fabio Martini su La Stampa, riportando voci interne dal Parlamento, «vi è il forte dubbio che ci sia stato un eccesso di “destrezza” nelle modalità con le quali Giuseppe Conte ha inserito ai primi di agosto nel Decreto-Covid le nuove norme sulla durata dei vertici dell’intelligence».



CAOS CONTE-SERVIZI SEGRETI: DAL M5S AL COPASIR

Messe in fila, le “destrezze” non sono poche: in primis la norma con la quale può decidere di prorogare/decidere i capi dei servizi segreti. In secondo luogo, la norma non è comparsa nel comunicato stampa della Presidenza del Consiglio e si è anche “dimenticato” di informare il Copasir nel merito. Da ultimo, venendo in Parlamento a spiegare il nuovo Dl Covid nelle scorse settimane, Conte non fa minimamente menzione della norma. L’ufficialità della presenza di quel piccolo ma importante comma è giunta solo con l’inserimento del testo finale in Gazzetta ufficiale del Dl Covid: l’emendamento presentato dal M5s chiedeva di togliere quella norma, ma è lì che si è consumato l’incidente parlamentare tutto interno al Governo. L’esecutivo, non essendo riuscito a far ritirare l’emendamento Dieni a firma di 50 deputati M5s ha imposto la fiducia di fatto “eliminando” il problema alla radice. Ma non è passato inosservato l’incidente e così ora il Copasir vuole vederci chiaro: come ben spiega Martini, l’escamotage usato da Conte per inserire la norma di proroga sui vertici dei servizi segreti nasce molto lontano, addirittura il 16 giugno quando con un Dpcm viene allungato di un anno la guida dell’Aisi a Mario Parente (vicino al Pd), con la Corte dei Conti che però giudica illegittimo la modifica della norma per tempi e modi. È così che nasce l’idea di inserire nel Decreto Covid – senza che nessuno ne parli e senza che venga spiegato negli annunci del Governo – la norma oggi sul tavolo della commissione parlamentare Copasir: «la possibilità di rinnovi brevi e replicabili per i capi dei Servizi. Un escamotage che, in linea teorica, consente all’ autorità politica di tenere in pugno i capi dei Servizi», commenta l’editorialista de La Stampa. L’audizione sarà privata e riservata ma verrà chiesto comunque a Conte di render conto dello strano e del tutto irrituale iter seguito fin da giugno scorso.

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