Ha fatto discutere l’annuncio diffuso nel pomeriggio in merito alla convocazione da parte del Copasir del commissario all’emergenza Covid, il generale Francesco Figliuolo. La notizia ha messo in allarme Fratelli d’Italia, visto che il commissario era stato ascoltato solo qualche giorno fa nelle commissioni Sanità di Camera e Senato. “Non è emerso nulla che possa riguardare la sicurezza nazionale nella sua attività di distribuzione di vaccini, niente interferenze straniere, nessun complotto, magari qualche ritardo o errore, ma niente altro”, hanno dichiarato il senatore Franco Zaffini e l’onorevole Marcello Gemmato, rispettivamente capogruppo Fdi in commissione Sanità al Senato e alla Camera. Cosa c’è allora dietro questa convocazione del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica? A dare una possibile chiave di lettura è Franco Bechis sulle colonne di Formiche.net.



I vaccini non sono solo una questione di sicurezza sanitaria, ma anche di intelligence. Sono tre secondo il giornalista i dossier che saranno sottoposti al generale prima di rivolgere le stesse domande, nell’audizione successiva, al ministro della Salute Roberto Speranza.

COPASIR TEME “INTERFERENZE” ESTERE?

Il primo riguarda il disagio sociale. A Palazzo Chigi è scattato l’allarme dopo le proteste di piazza nelle città italiane, infatti sono state attivate le “sentinelle” del mondo delle intelligence. Ci sono state anche delle infiltrazioni da parte di movimenti estremisti, non solo di estrema destra, che si unisce alle campagne di disinformazione online. Dunque, il Copasir vuole capire se c’è una regia esterna o addirittura estera. Ci sarebbe, dunque, la necessità di chiedere conto al generale Francesco Figliuolo dei motivi per i quali sono stati registrati ritardi nelle vaccinazioni e perché l’approvvigionamento non è stato uguale tra i Paesi Ue. Ma secondo Formiche.net, c’è una questione ancor più delicata da affrontare: il vaccino russo Sputnik V. All’attenzione del Copasir c’è l’attivismo di alcune regioni, come Lazio e Campania, per accelerarne lo sbarco in Italia.



Un attivismo che al momento non ha spiegazione e che ha senso solo se non sfocia in interferenza politica. Nello specifico, c’è il caso del memorandum tra lo Spallanzani di Roma e l’istituto Gamaleya. Nel testo si parla di “integrare prontamente lo Sputnik V nella campagna vaccinale italiana”, ma questa decisione non spetta ai medici, ma alla politica, soprattutto senza il via libera dell’Agenzia europea del farmaco (Ema).

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