Copenaghen, la capitale della Danimarca, sembra essere davanti ad uno storico cambiamento di passo rispetto alla legalizzazione della cannabis. Da tempo, infatti, sembrano verificarsi sempre più atti violenti e criminali connessi allo spaccio, che parlano soprattutto di una sorta di guerra tra bande che si contendono il territorio con tutti i mezzi a loro disposizione e che ad ottobre ha portato alla morte con un colpo di pistola di un 22enne.
Attualmente va detto che la cannabis non è legale su tutto il territorio di Copenaghen, ma è concessa nella comune autonoma ed autogestita, filo anarchica, di Christiania. Nato come un progetto, negli anni il comune è stato ufficialmente riconosciuto ed, attualmente, risponde alle sue leggi, che fa rispettare internamente senza l’ausilio delle forze di polizia danesi. Christiania, agli occhi della popolazione mondiale, è una sorta di oasi in cui tutto è concesso e dove è piuttosto facile procurarsi della cannabis. Non a caso è stata istituita una vera e propria via, Pusher Street, in cui gli spacciatori si raccolgono, accogliendo i clienti. Fino a questo momento il comune di Copenaghen ha lasciato la comunità libera di gestirsi, ma l’ondata di violenza ha portato ad ipotizzari nuovi regolamenti.
Copenaghen, Christiania e la cannabis
Insomma, il comune autonomo ed autogestito di Christiania, nel cuore di Copenaghen, potrebbe a brevissimo diventare un pochino meno libero. La storia della comune risale a mezzo secolo fa, quando alcuni abusivi occuparono una ex base militare sull’isola di Amager. Nel 1973 all’insediamento abusivo venne riconosciuto lo status di “esperimento sociale“, permettendogli di fatto un’autogestione a tutti i livelli, dalla legge, al controllo, passando anche per le istituzioni come scuole e poste.
Tuttavia, recentemente il sindaco di Copenaghen, Sophie Hæstorp Andersen, ha espresso una grande preoccupazione per “la violenza e la criminalità a Pusher Street”, sostenendo che abbiamo raggiunto “un livello che non possiamo, né vogliamo, affrontare”. Non crede che la soluzione sia smantellare completamente l’esperimento sociale di Christiania, quanto piuttosto “chiudere Pusher Street e sostituirla con qualcos’altro”, purché i 1.000 residenti siano d’accordo. Dal conto loro, rispondendo alle parole del sindaco di Copenaghen, la portavoce della comune, Hulda Mader, ha sottolineato che “non sono persone che conosciamo. Sospettiamo si tratti di bande e temiamo che la situazione si trasformi in una guerra”.