COPPA ITALIA, LA PANORAMICA DELLE SEMIFINALI

Il paradosso Juventus di questa stagione prosegue: il gioco manca, le occasioni latitano, il pubblico si lamenta, ma alla fine Allegri esulta. Una vittoria di Pirro per la Lazio che ritrova Castellanos, autore di una doppietta, ma non la finale di Coppa Italia che manca dal successo del 2018-2019 contro l’Atalanta. Gli stessi bergamaschi che stasera, così come la Lazio, dovrà cercare di rimontare l’1-0 dell’andata della Fiorentina targato Mandragora, ex della gara.



Verso il settantesimo, sotto 2-0 da ormai venti minuti, i tifosi bianconeri accorsi a Torino esortavano i giocatori a tirare fuori gli attributi, per usare un eufemismo. Attributi che sono mancati, a differenza della zampata di Milik che è arrivata al minuto ottantatre al primo tocco del polacco su assist di Weah. Rammarico e delusione per la Lazio, ad un passo quantomeno dal portare l’incontro ai tempi supplementari per giocarsi le ultime carte prima dei rigori.



COPPA ITALIA, CONTESTAZIONE E NERVI TESI TRA I BIANCONERI

Minuto 48: Luis Alberto, prestazione da 7.5, inventa un passaggio perfetto per il migliore in campo Castellanos che si fa beffe di Bremer e davanti a Perin lo punisce per la seconda volta, dopo aver svettato su Alex Sandro nel primo tempo. A più di 40′ dal termine dei regolamentari, la Lazio ha pareggiato i conti e l’inerzia è completamente dalla loro parte. E poi cos’è successo? Difficile dirlo, già nella prima frazione non è stata una Lazio troppo arrembante, consapevole che in casa di gol subito si sarebbe virtualmente chiusa la gara, ma grazie ad un doppio angolo in pochi minuti si è portata in vantaggio.



Nella ripresa una giocata di Luis Alberto, che da quando ha salutato la Lazio ha sfornato solo prestazione di livello, muove l’intero scacchiere e Castellanos fa scacco matto al re, anzi, in questo caso alla regina. Anche se questa Vecchia Signora ha tutt’altro che le sembianze regali degli anni passati. Ci si mette anche il nervosismo con Cambiaso che si rivolge ad Allegri urlando “Però stai tranquillo mister” al momento del cambio. Come detto in precedenza, i tifosi stanchi di subire uno strazio simile e con il rischio di vanificare l’ultimo obiettivo rimasto in una stagione orfana dell’Europa invitano gli undici in campo a gettare il cuore oltre l’ostacolo, anche qui usando un’espressione un po’ più colorita.

IL CAMBIO DI TUDOR: PERCHE’ NON ISAKSEN?

Probabilmente lo sliding doors “silenzioso” è avvenuto all’ora di gioco con il cambio Vecino per Felipe Anderson. Specifichiamo: nessuno vuole né mancare di risetto all’urugaiano, spesso risorsa importantissima dalla panchina e non solo per la Lazio, né giudicare la scelta di togliere il brasiliano dato che, come rivelato da Tudor, ha stretto i denti visto che doveva uscire all’intervallo. Il vero quesito è perché non aver cavalcato l’onda dell’entusiasmo inserendo un giocatore offensivo come Isaksen, sostituto ideale di Felipe Anderson? Magari l’ingresso di una doppia punta con Immobile avrebbe stravolto gli equilibri, ma l’inserimento del danese non avrebbe alterato le posizioni in campo.

Allegri invece i cambi li fa offensivi e risultano anche decisivi, sebbene c’è da dire che sul 2-0 avversario, avendo pressoché solo attaccanti ed esterni in panchina, non ci voleva una scienza nel pensare di inserire i vari Weah, Milik e Yildiz. Fatto sta che i sopracitati entrano in campo e la decidono: Weah crossa (o forse tira, non è dato saperlo) e Milik finalizza. A gol ha vinto Allegri, ai punti meritava Tudor: in generale, difficile trovare una sufficienza piena ad entrambi i tecnici complici vari errori, sia di preparazione della gara del livornese sia nella gestione dei cambi del croato, in una partita che è stata tutto tranne che un grande sport al nostro calcio.

COPPA ITALIA, I VOTI E LE PAGELLE: DISASTRO BIANCONERO, MEGLIO LA LAZIO

Alla Juventus conta vincere, anche soffrendo, ma bisogna essere onesti intellettualmente. Allegri o meno, la prestazione dei difensori è stata molto negativa. In primis quella di Alex Sandro (4.5) che una volta aveva nel gioco aereo uno dei suoi punti di forza, difensivamente e non solo, mentre ora si fa sovrastare con troppa facilità. Male anche Bremer (5) che nel secondo gol ha le colpe di non riuscire a fermare un indiavolato Castellanos. Nel 2-0 però si aggiunge il pasticcio di Danilo (5) che tiene in gioco l’argentino. La musica non cambia a centrocampo e in attacco: McKennie inesistente (4.5), Locatelli e Kostic sembra fuori dal gioco (5 entrambi) e Vlahovic, così come nel derby, spreca troppo e nei momenti clou (4.5).

Nella Lazio invece tante belle prestazioni: oltre ai già citati Luis Alberto e Castellanos, il duo Guendouzi-Cataldi (6.5 a testa) funziona benissimo col francese che si occupa di entrambe le fasi e il centrocampista italiano che rompe e costruisce, come nell’azione del raddoppio. E poi c’è Marusic che se quest’anno vede la Juventus all’Olimpico si esalta: gol in campionato e grande prestazione in Coppa Italia dove annulla Cambiaso ed è provvidenziale a metà ripresa sull’anticipo su Vlahovic che sarebbe andato a botta sicura. A leggere questo paragrafo, si pensa ad una vittoria netta della Lazio. e invece il successo c’è stato, ma di misura e questo non è bastato.

COPPA ITALIA, L’ALTRA SEMIFINALE: ALLA RICERCA DI UN TROFEO

Stasera ci si aspetta una partita sulla carta più emozionante a livello di giocate e trame tra Gasperini e Italiano in Atalanta Fiorentina, anche se c’è un fattore che potrebbe fare la differenza. L’Atalanta non vince un trofeo dal 1963, ultima Coppa Italia, escludendo ovviamente i campionati di Serie B. La Fiorentina invece ha avuto l’ultima gioia da aggiungere al palmares nel 2001-2001, anche in quel caso in Coppa Italia. Una coppa nazionale che dunque evoca bei ricordi alle due squadre, anche se sono passati ormai troppi anni e visto l’addio certo di Italiano e il lungo percorso di Gasperini, entrambi meriterebbero per il percorso un trofeo che metta la ciliegina sulla torta sul loro cammino degli ultimi anni.

Si parte dal gioiello di Mandragora che aveva illuminato la notte del Franchi, ma stasera si gioca a Bergamo dove nell’ultimo periodo l’Atalanta ha fatto fuori dall’Europa League al ritorno sia lo Sporting, vincendo 2-1, sia il Liverpool, perdendo 1-0 su rigore dopo aver vinto 3-0 all’andata e aver dominato la gara di ritorno sotto tutti i punti di vista. Prepariamoci dunque ad una partita che le due squadre prenderanno più che seriamente per incoronare il sogno di vincere un trofeo, senza dimenticare che entrambe le compagini sono ancora in corsa in Europa con gli orobici in Europa League e i viola in Conference League.