Colpo di scena clamoroso nel giallo della coppia uccisa e fatta a pezzi, i cui resti furono rinvenuti nelle valigie in un campo tra la Fipili e il carcere di Sollicciano a Firenze, nel dicembre 2020. Secondo le ultime novità rese note dal Corriere della Sera, infatti, i coniugi Teuta e Sphetim Pasho sarebbero stati uccisi dall’allora fidanzata del figlio, Elona Kalesha e solo oggi spunterebbe il presunto movente. La donna, per gli inquirenti, aveva paura che la coppia potesse svelare al figlio Taulant il segreto che la donna portava in grembo.
Elona, infatti, aspettava un bambino da un altro uomo ed aveva paura che il fidanzato, scoperto il suo segreto, avrebbe potuto ucciderla. Per questo interruppe la gravidanza il 27 ottobre 2015, cinque giorni esatti prima della scomparsa della coppia. Il colpo di scena nel giallo è avvenuto nei giorni scorsi quando la procura ha presentato nuovi atti d’indagine all’udienza al Tribunale del Riesame che dovrà esprimersi entro il prossimo 20 settembre sulla possibile scarcerazione di Elona, in carcere dal dicembre 2020 con l’accusa di duplice omicidio volontario e occultamento di cadavere.
Coppia a pezzi in valigie: spunta il movente che incastra Elona
Secondo quanto ricostruito dalla pm Ornella Galeotti, Taulant, il fidanzato di Elona e figlio della coppia fatta a pezzi, non sapeva della gravidanza della ragazza. Il figlio che portava in grembo tuttavia non sarebbe potuto essere suo dal momento che nell’autunno del 2015 stava scontando una pena per spaccio e non avrebbe quindi potuto avere rapporti con la fidanzata.
Secondo la procura, inoltre, Elona conosceva bene il luogo in cui furono trovate le valigie. Nell’inverno del 2015 espose sulla barriera antirumore che scorre lungo la FiPiLi, di fronte al carcere in cui oggi è detenuta, un lenzuolo con una scritta d’amore dedicata al fidanzato. La conferma è giunta nel corso dell’udienza alla quale era presente da remoto anche l’indagata. “Ho scritto quel messaggio non su un lenzuolo ma su un muro”, ha precisato lei rispetto alla scritta “Taulant mi manki troppo”. A svelare quella dichiarazione era stato lo scorso giugno il figlio della coppia uccisa: “Elona mi inviò anche la foto di quello striscione, ma la strappai”. Ulteriore dettaglio è giunto dalla perizia del botanico forense, depositata dalla procura e secondo il quale quelle valigie erano sotto la FiPiLi dal 2015- 2016.