Lunedì 17 maggio potrebbe essere il giorno fatidico di cambiamento della regole sul coprifuoco: dopo settimane di forte discussione, con la Lega astenuta sul Decreto Riaperture in Consiglio dei Ministri, l’accordo partorito tra Centrodestra e Centrosinistra in maggioranza porterebbe non tanto l’abolizione del coprifuoco (quello potrebbe avvenire da giugno in poi) bensì lo slittamento di almeno un’ora rispetto alle attuali regole. Dalle ore 23 (ma alcuni spingono anche dalle 24) fino alle 5 del mattino dopo rimarrebbe la fascia oraria in cui vietato circolare, se non per i comprovati motivi di salute, necessità, lavoro (previa autocertificazione sempre da presentare): per arrivare però al cambiamento fondamentale, che porterebbe un lieve respiro a locali, ristoranti e bar (in zona gialla), occorre attendere la data chiave del 14 maggio.



Come siglato dal patto Lega-Pd-M5s-FI-Iv-Leu, per quel venerdì sarà da attenzionare molto attentamente il monitoraggio Iss e la successiva cabina di regia (appuntamenti fissi ormai di ogni venerdì): il Ministero della Salute valuta come quella data come la prima utile per capire se le riaperture di ristoranti la sera (ma solo all’aperto) e spettacoli abbiano influito o meno su aumento contagi e indice Rt.



LE CONDIZIONI PER IL COPRIFUOCO ALLE 23

Le condizioni oggi riportate dal Corriere della Sera – su fonti Governo – per poter far slittare il coprifuoco di almeno un’ora in più delle attuali 22 sono diverse: almeno due monitoraggi consecutivi con la curva epidemiologica in discesa e il terzo che confermi l’abbassamento dell’indice di contagiosità. In quanto misura nazionale, il coprifuoco dovrà tenere comunque conto delle aree del Paese dove l’incidenza dei casi è ancora alta: si parte domani 30 aprile con il primo monitoraggio utile a far cominciare la fase di osservazione degli effetti del Dl Riaperture. Maggiormente indicativo sarà però il bollettino Iss del 7 maggio, a 15 giorni dall’ingresso in vigore del Decreto Covid: «terrà conto del fine settimana del 1° maggio durante il quale sarà inevitabile un affollamento nelle località di mare e di vacanza, così come nei ristoranti e nei bar, sia pur esclusivamente all’aperto», spiega il CorSera. A quel punto 7 giorni più tardi la cabina di regia dovrà presentare il report finale sulle tre settimane passate per capire se adottare il cambiamento al Decreto Riaperture (permesso dal testo finale approvato in Cdm, ndr) che parta poi da lunedì 17 maggio: a quel punto, già da due giorni saranno stati aperti in fascia gialla piscine e stabilimenti balneari. Ricordiamo come poi l1 giugno si riapriranno i ristoranti anche al chiuso (ma solo dalle 5 alle 18, anche qui elemento che potrà variare se la situazione epidemiologica lo dovesse consentire) mentre l’1 luglio saranno fiere, eventi e congressi a ripartire, si spera, senza più restrizioni. È intervenuto stamane proprio sul coprifuoco l’ex Premier Giuseppe Conte, a margine del Festival del Lavoro 2021: «Il coprifuoco non può diventare un totem ideologico, tutti vorrebbero le riaperture, non credo ci sia una sola persona che non le voglia. Ma chi condivide una responsabilità politica deve precedere secondo determinati criteri, ovvero con misure adeguate e proporzionali, e non ho dubbi lo stia facendo anche questo governo […] immaginare di tenere questa misura quando si scatenerà il caldo non credo nessuno lo stia pensando, non è ragionevole dunque immagino verrà rivista, curva permettendo».

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