Nella Conferenza delle Regioni convocata straordinariamente oggi dal Presidente Fedriga, è emersa la volontà all’unanimità di un incontro urgente con il Premier Draghi dopo l’approvazione del Decreto Covid sulle riaperture: la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha deciso di inviare una lettera al presidente del Consiglio «per sottoporre alla sua attenzione le proposte prioritarie rispetto alle misure in via di adozione con il prossimo Decreto Legge, dando la disponibilità per un incontro urgente prima della pubblicazione del provvedimento».
Coprifuoco e scuola – come ribadito anche il leader della Lega Matteo Salvini – restano i nodi principali, con il Governatore Fedriga che ha commentato questo pomeriggio «sono convinto che alle prossime settimane ci potrebbe essere una revisione di questo decreto. Ci auguriamo che i contagi siano in miglioramento. Già oggi i numeri vanno in questa direzione». Tanto da destra quanto da sinistra, le posizioni delle Regioni sono unanimi nel chiedere al Governo una inversione urgente delle decisioni prese: «Spero vi sia una revisione del decreto […] Immagino ci siano margini di aggiustamenti e di dialogo», rilancia il Governatore del Veneto Luca Zaia, d’accordo con Emiliano («C’era accordo su scuola, spiazzati da consiglio dei ministri») e con Toti «La conferma del coprifuoco alle 22, l’apertura di cinema e teatri e allo stesso tempo il divieto di mangiare all’interno di un ristorante, come invece prima era consentito fare in zona gialla, sono decisioni che oltre a essere incoerenti colpiscono sempre gli stessi. Così come ancora una volta vengono penalizzati gli organizzatori di eventi, matrimoni e cerimonie che saranno impossibilitati a lavorare la sera nel pieno della stagione più gettonata». Dal fronte del Governo, replica la Ministra degli Affari Regionali Mariastella Gelmini che si intesta la promessa sulle modifiche alle regole su coprifuoco e scuola: «Il coprifuoco non durerà fino al 31 luglio, ci saranno tagliandi periodici per altre riaperture. Sulla scuola le regioni potranno derogare».
LO SCONTRO SU COPRIFUOCO E SCUOLA
Non è passata “inosservata” neanche in seno alle Regioni la tormentata giornata di ieri che ha visto in serata l’approvazione del Decreto Covid (regole dal 26 aprile fino al 31 luglio) con la spaccatura in Cdm per il non voto della Lega sul coprifuoco (mantenuto alle ore 22, invece che alle 23). All’unanimità la Conferenza delle Regioni aveva chiesto in più occasioni, ancora ieri poco prima del Cdm, di poter quantomeno estendere l’entrata in vigore del coprifuoco serale per favorire una maggiore elasticità ai quei ristoranti che apriranno dal lunedì (solo all’aperto): invece tanto sul fronte ristoranti quanto su quello scuola, le promesse mantenute e siglate dal Governo nella Conferenza Stato-Regioni sono state disattese.
Tuona dunque oggi a Radio Kiss il Presidente della Conferenza Massimiliano Fedriga: «Sulla scuola c’è un problema politico e istituzionale importante. In Consiglio dei Ministri è stato cambiato un accordo siglato tra istituzioni e questo è un precedente molto grave, non credo sia mai successo». Il Governatore del Friuli si riferisce all’accordo sugli studenti in classe alle Superiori in zona gialla-arancione: nella Conferenza di due giorni fa, i Ministri Bianchi-Speranza-Gelmini-Giovannini avevano siglato il 60% come soglia minima, mentre ieri in Consiglio dei Ministri il Dl Covid è stato approvato con il 70% come obiettivo minimo. «Se si cambia idea – ha dunque aggiunto Fedriga -, si convocano le parti con le quali si erano trovati gli accordi e si rimodulano. Io oggi ho convocato una Conferenza delle Regioni straordinaria e sono in contatto con Anci e Upi». Per questo motivo, ribadisce il leghista, «si è incrinata la leale collaborazione tra Stato e Regioni».
IRA REGIONI SUL GOVERNO: FONTANA “SIAMO DELUSI”
A Fedriga dispiace che «il contributo costruttivo di tutte le Regioni d’Italia non sia stato accolto. Come conferenza abbiamo dimostrato che in un momento d’emergenza si può trovare unità indipendentemente dalle appartenenze politiche presentando proposte fattibili e di equilibrio». Un 10% in più a scuola cambia e non poco sul fronte dei trasporti, il vero “nodo” dell’intera vicenda (mai risolta) fin dal primo lockdown: «un range da 60 al 100 per cento servirebbero dai 15mila ai 20 mila autobus in più, dunque non si tratta di una scelta politica ma di limiti fisici, un fatto che prescinde dalla sensibilità politica. Aver cambiato un accordo siglato tra le istituzioni crea un precedente molto grave, credo non sia mai avvenuto».
Esattamente come il suo partito, la Lega, e il suo segretario, Salvini, non è affatto piaciuto a Fedriga la decisione finale sul coprifuoco (anche se è stato ottenuto una verifica a metà maggio per eventualmente cancellare la norma o ridurre il coprifuoco dal 1 giugno, ndr): «Noi, come Conferenza delle Regioni, abbiamo proposto lo spostamento del coprifuoco alle 23. Un’ora in più non penso che rappresenti un problema per il rischio pandemico. La proposta è assolutamente responsabile ed è arrivata all’unanimità all’interno della Conferenza». Sulla medesima linea il collega della Lombardia, il Presidente Attilio Fontana, che stamane a Rai News24 contesta l’operato del Governo: «Non possono essere d’accordo sulle 22 perché in Conferenza Regioni all’unanimità avevamo chiesto l’allungamento di un’ora e maggiore disponibilità sulle aperture di ristoranti e bar. Anche noi siamo delusi che le nostre richieste non siano state soddisfatte».