Dal 26 aprile prossimo le prime riaperture in Italia daranno un inizio di “respiro” al Paese dopo mesi di lockdown e chiusure: Draghi si è preso un “rischio calcolato” andando contro parte del suo stesso Governo che avrebbe mantenuto la linea prudenziale fino almeno a metà maggio, se non inizio giugno. Su un punto però rimane lo scontro interno nell’esecutivo e sul quale il Premier stesso non ha voluto “imporsi”, ovvero il coprifuoco: nel prossimo Decreto Covid che inserirà le novità annunciate da Draghi in conferenza stampa venerdì scorso, il divieto di circolare dalle 22 alle 5 dovrebbe essere mantenuto e prorogato, scatenando però una netta reazione di opposizione da parte del Centrodestra di stampo Lega-FdI.



Ha cominciato Giorgia Meloni spiegando «Misure come il coprifuoco, misure sulla limitazione della libertà personale degli individui in una nazione libera e democratica non sono concesse al governo, non è nelle prerogative del governo stabilire se e quando puoi uscire di casa […] dopo oltre un anno non è più consentito chiudere la gente dentro casa, oltre tutto se non ci sono delle ragioni per farlo, perché il coprifuoco con il Covid non c’entra niente». Per la leader di FdI serve dire subito basta al coprifuoco, anche per l’ambiguità delle riaperture: dalla sera dal 26 aprile (in zona gialla, ndr) si potrà tornare a ristorante all’aperto, ma con coprifuoco che resta alle ore 22 «Sono prove generali per educarti a fare quello che il governo pensa tu possa e debba fare – conclude Meloni -, ma la limitazione delle libertà fondamentali in una nazione come la nostra dopo un anno e mezzo non è più tollerata e tollerabile. Quindi basta coprifuoco. Per un fatto di principio, perché è un precedente gravissimo e perché ovviamente è pure una presa in giro che puoi andare a cena ma alle 10 devi stare a casa».



SALVINI “LO CANCELLEREMO”

A dare manforte all’alleata di coalizione anche il leader della seconda forza principale all’interno del Governo, Matteo Salvini: «Riaperture? Il prossimo obiettivo della Lega resta quello di cancellare il coprifuoco alle 22 e di anticipare l’apertura dei locali anche al chiuso». Secondo il segretario della Lega, dato che la vita all’aperto comporta un rischio contenuto «anche il limite di orario delle 22 conto che possa essere rivisto. Fatemi chiedere una cosa alla volta perché altrimenti Speranza poi fa sciopero». Da ultimo, Salvini annuncia che di coprifuoco si parlerà nel prossimo Consiglio dei ministri mercoledì 21 aprile: «intanto per queste 48 ore mi porto a casa, anzi offro al Paese i 40 miliardi cash per le imprese e le riaperture per le zone fuori dal rischio pandemico». Tanto sul coprifuoco da cancellare, o almeno da estendere fino alle 24, quanto sullo spostamento tra le Regioni (liberi tra zone gialle, con pass speciale nei restanti territori) la Lega intende muovere battaglie già dalla prossima riunione del Governo in vista del nuovo Decreto Covid da approvare prima del 26 aprile.



I FAVOREVOLI AL COPRIFUOCO: “RIAPRIRE CON GRADUALITÀ”

Chi invece si schiera del tutto a favore della gradualità e cautela, difendendo la permanenza del coprifuoco almeno fino al prossimo 30 maggio è l’intera restante parte del Governo, Forza Italia compresa. Per la Ministra degli Affari Regionali Mariastella Gelmini, «E’ chiaro che non è un liberi tutti, dobbiamo continuare a mettere in campo le misure precauzionali per evitare i contagi e i problemi che abbiamo vissuto in questo anno molto difficile». La linea è la medesima di Draghi e Speranza su questo punto, il timore è che cancellando il limite alle uscite serali, «Attenzione, non è il liberi tutti. I dati della relazione che il Comitato tecnico scientifico ha fatto in cabina di regia ci dicono che abbiamo conquistato degli spazi di libertà, da gestire con grande prudenza. Draghi ha parlato di rischio calcolato per tre fattori, l’espansione della quota di popolazione anziana e fragile vaccinata, gli effetti delle misure e l’arrivo della bella stagione, per ora il coprifuoco alle 22 è giusto, dobbiamo procedere con gradualità evitando movida e assembramenti».

Completamente dalla parte del coprifuoco il Pd di Letta compatto e pure il M5s, con il viceministro Sileri che oggi a “La Stampa” spiega il perché: «I numeri non sono ancora così buoni da abbattere le restrizioni ed è presto per togliere il coprifuoco. Ma è fiducioso e assicura che le riaperture sono ‘irreversibili: non dovremo più temere di dover chiudere». Lo stesso viceministro in quota 5Stelle a Sky Tg24 aggiunge «riaperture sono irreversibili ma è ancora troppo presto per togliere il coprifuoco. Le riaperture – conclude – erano previste per il 1 maggio, cambia poco anticiparle al 26 aprile. Non si puo’ parlare di vittoria o di sconfitta di qualcuno. Serviranno attenzione e gradualità nell’allargare le maglie perché con aperture avventate, senza sufficienti controlli, rischiamo di fare passi indietro. Ma voglio ripeterlo: non torneremo più alle chiusure».