Prosegue il dibattito politico sulle riaperture, in particolare sul coprifuoco alle ore 22, ma anche il mondo scientifico si divide. Come vi abbiamo raccontato, è andato in scena un vibrante scontro all’interno del governo sul mancato slittamento del coprifuoco dalle 22 alle 23: ha prevalso la linea del ministro della Salute Roberto Speranza, mandando su tutte le furie il Centrodestra, a partire da Matteo Salvini.
Tra gli esperti che condividono la scelta dell’esecutivo sul coprifuoco troviamo Lucia Bisceglia, epidemiologa e prossima presidente dell’Associazione italiana di epidemiologia. Intervistata dal Corriere della Sera, ha sottolineato: «É sensato mantenerlo? Sì, funziona da deterrente. Introduce a livello psicologico un segnale d’allerta. Il coprifuoco ricorda i comportamenti individuali da tenere e che non siamo al liberi tutti. Se alle 22 devi essere a casa, gestisci gli spostamenti, eviti gli incontri non necessari».
MANTENERE IL COPRIFUOCO ALLE 22 É SENSATO?
Ma non è tutto. Come dicevamo, le opinioni sul coprifuoco sono discordanti anche nel mondo scientifico. Se il Comitato tecnico scientifico ha auspicato una gradualità sull’orario d’inizio delle restrizioni di movimento, l’immunologa Antonella Viola ha affermato in un lungo post pubblicato su Facebook che allungare il coprifuoco di un’ora non cambia nulla in termini di contagi: «La chiusura alle 22, a fronte di un beneficio del tutto discutibile per i contagi, crea un danno enorme ai ristoratori. Chi sta pensando o si è organizzato con strutture all’aperto ha bisogno di fare due turni. Inoltre i ragazzi per eludere il problema dormiranno tutti insieme, con feste illegali notturne e questo è molto peggio». Con lo slittamento di un’ora si darebbe la possibilità ai ristoratori di affrontare con maggiore fiducia la ripartenza, ha aggiunto la Viola: «Così come aiuterebbe il mondo dello spettacolo, duramente colpito dalle restrizioni. E non cambierebbe invece nulla dal punto di vista dei contagi, a patto che continuino i controlli. Sono piccoli passi che vanno incontro alle esigenze di tante persone e che farebbero la differenza».