Non si placa la bufera in Francia sulla 16enne lesbica che ha più volte criticato sui propri account social il Corano definendolo «carico di odio», esattamente come la religione che lo professa: si chiama Mila Orriols e già negli scorsi giorni aveva fatto discutere la condanna a morte e fatwa che diverse “utenti” musulmani della rete avevano lanciato contro la ragazza accusata di blasfemia. Insulti, minacce di morte e di stupro, linciaggio mediatico prima dai compagni di scuola musulmani e poi dall’intera rete quando il caso è divenuto nazionale: la vicenda di Mila divide, un po’ come visto negli anni scorsi con le vignette di Charlie Hebdo. In questo caso però non vi è un intento “goliardico” o di satira dietro le parole incriminate, ma un giudizio – duro e sicuramente molto offensivo – sul testo sacro dell’Islam. Il clima da linciaggio generale però sembra trasformare la Francia in una provincia dell’Arabia Saudita o dello Yemen, e non la patria della cultura e della laicità: stupisce tra l’altro che, paradossalmente, a difendere Mila vi siano i politici di centrodestra e non il mondo normalmente più prossimo ad una 16enne omosessuale e convinta attivista Lgbt.



ISLAM MINACCIA 16ENNE LESBICA “ANTI” CORANO

Non solo, bisogna ricordare che tutto nasce da una diretta social dove un uomo musulmano per strada continuava ad importunarla fino a che gli insulti sono volati: «Un ragazzo ha iniziato a chiamarmi sporca lesbica, razzista. L’argomento è scivolato sulla religione e ho detto cosa ne pensavo. “La tua religione è una mer*a” gli ho detto. Mi dispiace, non volevo offendere. Ho parlato troppo velocemente. L’errore è umano», ma ormai era diventata il bersaglio generale della rete. Mentre veniva minacciata di essere sgozzata, mentre la scuola di fatto le ha consigliato di non farsi più vedere affidandola alla cura degli psicologi e mentre Mila si trova di fatto barricata in casa per paura delle conseguenze di quelle parole, la Sinistra francese resta sostanzialmente in silenzio senza intervenire, da Macron fino alla rappresentate in politica del femminismo più spinto, Ségolène Royal. O almeno, fino a ieri quando la stessa ex candidata all’Eliseo per i Socialisti ha attaccato la ragazza: «adolescente irrispettosa». Abdallah Zekri, delegato generale del Consiglio francese del culto musulmano, ha invece commentato ancora più indegnamente «Chi semina vento, raccoglie tempesta». Nessun rappresentate islamico è intervenuto per difendere la ragazza dalle minacce di morte – pur sottolineando lo sbaglio della ragazza, intendiamoci – e nemmeno qualche politico di Sinistra o dell’area più vicina al mondo Lgbt: anzi, uno dei rappresentanti e attivisti arcobaleno (come riporta Libero Quotidiano, ndr) ha addirittura chiesto che Mila rimuova «all’istante la bandiera Lgbt dalla sua biografia perché non ha la mentalità aperta per far parte di una comunità che sostiene l’amore e l’accettazione».



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