La Lazio per una sera gioca da Roma e porta a casa i tre punti. E lo fa all’ultimo minuto utile, per una vittoria che sa tanto di beffa per i tifosi giallorossi, ma che vale ben 4 volte (per usare un’espressione del presidente Lotito) per gli ultras laziali. La Lazio appunto ha portato a casa la partita usando quel possesso palla tanto caro al nostro Luis Enrique, ha costruito con pazienza ed è venuta fuori alla distanza sfruttando colpevoli amnesie della retroguardia romanista. La Roma in crescita delle ultime settimane (per intenderci quella contro Parma e Atalanta) si è rivista solo nel primo tempo di ieri, seppur priva del capitano Francesco Totti. Una Roma che ha alternato il possesso palla (sempre meno) a rapide verticalizzazioni. Una squadra capace di giocare un calcio “totale”. Tutti ad attaccare con ordine e tutti a difendere, a partire dalla metà campo avversaria. Il gol a freddo di Osvaldo aveva fatto pensare ad una serata speciale. Si sperava che quei primi 45 minuti giocati da Roma potessero finalmente durare almeno 65-70 minuti. E invece maledetto intervallo! Sono bastati i primi 5 minuti della ripresa per mandare a quel paese tutto quanto di buono era stato fatto. Cinque minuti di pura follia, in cui una Roma spezzata in tre ha lasciato almeno quattro occasioni nitide da gol alla Lazio. Fino allo scellerato fallo da ultimo uomo di Simon Kjaer che ha ucciso la partita. Il biondino difensore danese per una sera si è trasformato nell’angioletto custode di Edy Reja che è riuscito a togliersi di dosso in un solo colpo un quintale di sfiga (ricordate i quattro derby consecutivi persi?). E’ qui, che la Roma ridotta 10 ha smesso di giocare da Roma. Ancor più colpevolmente dei primi 5 minuti di follia che comunque possono succedere. Sì, perché dal rigore in poi, in inferiorità numerica, la Roma avrebbe dovuto iniziare a giocare da Roma, come vuole Luis Enrique. Con quel possesso palla tanto “inutile” delle prime giornate quanto prezioso, se non fondamentale, proprio ieri sera. Se solo se lo fossero ricordato i giocatori. Avrebbe permesso di tenere la squadra alta e di spegnere i bollenti spiriti di Klose e compagni. Giusto, in questo senso, anche l’inserimento di un palleggiatore come David Pizarro che però si è messo a giocare da interditore… Mistero. La Roma ha corso tanto, a vuoto, senza capirci più nulla. E la Lazio ha vinto alla fine meritatamente. Una sconfitta dolorosa ma utile. Che non cancella quanto di buono è stato fatto ma che indica anche le cose (tante) su cui c’è ancora da lavorare. Trovare un giusto equilibrio tra possesso palla e verticalizzazioni e una maggior lucidità nella gestione delle fasi concitate della partita. Teniamo conto che ieri la Roma schierava ben otto debuttanti in un derby. Unica nota personale su…

 

…Marco Cassetti che ieri ha giocato il suo primo ed unico spezzone di partita. Vedendolo in campo ha fatto rimpiangere Aleandro Rosi (persino Cicinho) e avrà fatto fischiare le orecchie del ds Walter Sabatini: nel calciomercato di gennaio serve un terzino destro di ruolo. Nessuna nota invece sull’arbitro: disastroso. Ma la nuova Roma americana non vuole attaccarsi agli alibi. E fa bene. Quelli li lasciamo ai “rosiconi”.