Un successo pieno quello della Roma contro l’Atalanta per tre reti a uno. Un successo che ha una doppia valenza: la Roma “espugna” l’Olimpico dopo ben 132 giorni (l’ultima volta risaliva a Roma-Sampdoria 3-1) e regala a Tom Dibenedetto la prima vittoria da presidente. I giallorossi si ritrovano così, prima della sosta del campionato, nei piani alti della classifica, con un ritrovato feeling con il proprio terreno di gioco e con il morale finalmente alto. Soprattutto quello di Luis Enrique che solo due settimane fa, prima della trasferta di Parma, era indicato come possibile partente. Oggi, invece, l’allenatore spagnolo, in un clima di scetticismo e di sfiducia, è riuscito a dare il meglio di sé e a cambiare. Sì, perché solo le persone intelligenti e mature sono disposte a modificare i propri “piani”. E Luis Enrique lo ha fatto introducendo una piccola variante al suo schema. Ovvero, quello stucchevole e sterile possesso palla delle prime uscite, che aveva fruttato la pochezza 3 gol, è stato sostituito da un possesso più veloce, alternato a improvvise verticalizzazioni, affidate, a turno, a Totti e De Rossi. Proprio dai piedi di quest’ultimo è arrivato un assist perfetto per Bojan che da punta centrale si è inserito in area e ha superato difensore e portiere, depositando la palla alle spalle di Consigli, per la gioia della Curva Sud. Uno schema applicato più volte durante la partita e che ha visto il Capitano arretrare a metà campo per contribuire alla circolazione di palla e le due punte, Osvaldo e Bojan, accentrarsi nell’area avversaria. Anche la seconda rete, quella dell’Italo-argentino, è arrivata da una verticalizzazione di Rosi. La squadra di Luis Enrique è apparsa più sicura e libera mentalmente, grazie anche alla vittoria di Parma, e soprattutto più a suo agio nell’interpretare il nuovo modulo. La mossa dell’allenatore spagnolo è stata “suggerita” dai senatori dello spogliatoio, per stessa ammissione di De Rossi. Il mister ha così rielaborato un nuovo modello-Barcellona “all’italiana” e i risultati si sono visti subito. La Roma è riuscita a produrre in una sola partita almeno 8/9 chiare azioni da rete (tante quante ne aveva collezionate nelle 4 partite precedenti). Anche la terza rete, quella del brasiliano Simplicio, è significativa perché…
Frutto di uno schema stile-Guardiola: triangolazione stretta al limite dell’area e inserimento vincente del centrocampista. Unica nota negativa l’atteggiamento “rilassato” della squadra dopo l’intervallo e i 10 minuti di “confusione tattica” dopo il gol di Denis, che potevano costare il pareggio dell’Atalanta. Ma come a Parma gli uomini di Luis Enrique sono riusciti a rimanere compatti e concentrati, arretrando il baricentro e provando a ripartire in contropiede. I prossimi 15 giorni di sosta saranno utili l’allenatore spagnolo per provare a risolvere alcune “grane”: quella di Juan, chiuso da Heinze, Burdisso e Kjaer, quella del terzino destro (Rosi, Cicinho o Cassetti?) e quella del centrocampista da affiancare a Pijanic e De Rossi. L’attacco, per fortuna, è già una certezza con Osvaldo, Totti, Bojan. Aspettando la stella di Lamela…
(Claudio Franchini)