Totti che supera i 211 gol di Nordhal con la stessa maglia, la Roma che fa cinquina dopo 8 anni, le quattro vittorie di fila dopo 658 giorni e Juan che torna al gol dopo 328 giorni. Per non parlare di un “bulgaro” 76% di possesso palla. E’ stata una sera Magica per la Roma, una sera da record. Come quei tre gol segnati in 8 minuti (impreziositi dalla doppietta del Capitano) che hanno mandato in barça il Cesena e chiuso di fatto la partita. Dal minuto 9 è stata solo accademia. Roba da stropicciarsi gli occhi. A conti fatti la strigliata post-Catania è stata digerita e assimilata più che bene dalla squadra che stavolta ha mantenuto la propria “struttura” di gioco senza andare quasi mai in sofferenza. Merito dei giocatori che sono entrati in campo determinati e concentrati per 90 minuti. E non era facile, contro un Cesena non irresistibile in trasferta ma che veniva all’Olimpico per fare punti pesanti. Di pesante si è portato a casa solo una sconfitta che alla fin della fiera è stata persino contenuta. Totti e compagni hanno dilagato e potevano farne almeno otto di reti. Per fortuna che un po’ di superficialità e cattiva sorte ci hanno visto bene: vi ricordate il famoso 7-0 contro il Catania? Ancora oggi gli etnei se lo “ricordano” e lo stadio Massimino è diventato per la Roma un vero e proprio incubo. E settimana scorsa ci si è messo di mezzo pure un nubifragio. Robe da italiani. In quel di Catania la Roma a metà febbraio purtroppo ci dovrà tornare per finire la partita interrotta una settimana fa. E ne siamo quasi certi che Luis Enrique fino a quel giorno farà vedere e rivedere ai suoi i primi venti minuti della partita contro il Cesena per far capire come vuole che venga giocato l’ultimo spezzone di partita. Intensità, equilibrio, profondità e concretezza, il verbo predicato dal tecnico spagnolo e che per una sera abbiamo visto interpretato alla perfezione. Un segnale importante, ma non risolutivo. La Roma soffre ancora di troppi alti e bassi, deve trovare continuità e più convinzione nei propri mezzi. E questa sicurezza viene solo a suon di vittorie. Che si perda o si vinca però la squadra ha un’anima, una sua identità di gioco, una sua dignità. Stiamo imparando a conoscerla e ad amarla così. E’ una piacevole sinfonia, un congenio micidiale, una musa ispiratrice. Chiunque siano gli interpreti in campo. E ieri mancava all’appello un certo Daniele De Rossi, seduto in tribuna a fianco di Burdisso. Ecco, la vera notizia della partita col Cesena è stata la Roma dei record senza De Rossi. Sì, perchè il suo sostituto, Fernando Gago, è stato talmente bravo da non farci sentire la mancanza di Daniele. Proprio quel Gago che in una notte di fine estate è fuggito, come un reietto, da Madrid in direzione Roma. In prestito, con diritto di riscatto a 6 milioni. Roba da saldi. Gago all’inizio non ci credeva, pensava di aver perso la grande occasione della vita. E invece oggi twitta ogni due per tre…
…“Forza Roma”, canta insieme alla Sud le melodie di Venditti e recita la Novena chiedendo di rimanere a vita a Roma. Hai capito Danielino? Madrid, Manchester, Parigi non valgono la “tua” Roma.